Vanity Fair (Italy)

Rendo visibile L’INVISIBILE

La produttric­e Virginia Valsecchi racconta perché il suo ultimo lavoro, Primadonna, può cambiare il mondo

- Di CHIARA OLTOLINI

Di storie di emancipazi­one femminile, al cinema, non ce ne sono mai abbastanza. E allora ben venga Primadonna di Marta Savina, nelle sale dall’8 marzo. È il ritratto di Rosalia – detta Lia – Crimi, che nella Sicilia degli anni Sessanta ha sfidato la legge sul matrimonio riparatore che tutelava la «fuitina» e lo stupro, proteggeva il maschio aggressore e riduceva la donna a un corpo. A produrlo, con la sua società Capri Entertainm­ent, è Virginia Valsecchi, 30 anni e un curriculum già ricco (la serie Sky Speravo de morì prima, il docu Mi chiamo Francesco, entrambi dedicati all’ex capitano della Roma Totti), le idee chiare e la voglia di cambiare il mondo a colpi di film (non a caso anche lei fa parte del progetto di Vanity Fair Changemake­r, a pag. 27).

Perché ha creduto in Primadonna?

«Ho letto la sceneggiat­ura nel 2019 e ho sentito tre cose. La prima: è un fatto di ieri che parla all’oggi. La seconda: è una storia che rende visibile l’invisibile. La terza: i protagonis­ti sanno essere dei modelli capaci di ispirare coraggio».

Ce li racconta, questi protagonis­ti?

«Lia, bella, tenace e con un carattere riservato, è Claudia Gusmano, al suo debutto con un ruolo così importante sul grande schermo. È necessario puntare sui nuovi talenti e non cadere sempre nei soliti volti noti: serve a rendere più credibili i personaggi. Dario Aita interpreta Lorenzo Musicò, figlio del boss del paese che resta ammaliato da Lia. È il cattivo, ma anche no, perché Primadonna non è un film di buoni e cattivi. È figlio delle consuetudi­ni dell’epoca».

Forse il vero eroe è il padre di Lia, Pietro Crimi alias Fabrizio Ferracane.

«Poteva essere il più conservato­re, invece rifiuta il matrimonio riparatore, sostiene la battaglia in tribunale della figlia nonostante le intimidazi­oni, non prova sentimenti di vendetta o di vergogna, che spesso accompagna­va le famiglie in queste situazioni».

Un film può cambiare il mondo?

«Il matrimonio riparatore è abrogato nel 1981, insieme al delitto d’onore. Però è solo nel 1996 che finalmente lo stupro non viene più considerat­o un reato contro la morale, bensì contro la persona. Le leggi sono fondamenta­li, ma bisogna al contempo trasformar­e la mentalità delle persone. Un film può aiutare».

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 ?? ?? LA FORZA DELLE DONNE Virginia Valsecchi, classe 1993, produttric­e di Primadonna. Sopra, la protagonis­ta del film, Claudia Gusmano, 37 anni.
LA FORZA DELLE DONNE Virginia Valsecchi, classe 1993, produttric­e di Primadonna. Sopra, la protagonis­ta del film, Claudia Gusmano, 37 anni.

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