Vanity Fair (Italy)

Che cosa c’è nella tua scatola?

- Di ANDREA COLAMEDICI e MAURA GANCITANO

Nessuno di noi sa quando morirà. Nel corso della storia profeti e veggenti, con l’aiuto di ogni tipo di oracolo, hanno provato a dare delle risposte, che però richiedeva­no fede e che non potevano essere provate. Niente di tangibile o vero al 100%, quindi, ma il tentativo umano di scrutare nell’imperscrut­abile. Se oggi abbiamo il potere di modificare il corpo umano e controllar­e un grande numero di fenomeni naturali, la morte rimane però un interrogat­ivo irrisolto.

Cosa accadrebbe, invece, se ogni essere umano potesse conoscere la lunghezza precisa del filo della propria vita, quello che le Moire greche filavano e recidevano seguendo il volere della Necessità (Anánke¯, la dea del destino), e a cui neppure gli déi potevano opporsi?

Prova a rispondere Nikki Erlick, autrice di Il filo della tua storia (Longanesi, pagg. 400, € 18,60), romanzo distopico appena arrivato in Italia. In una notte come le altre, ogni essere umano sulla Terra riceve una scatola dentro la quale è conservato un filo, più o meno lungo a seconda di quella che sarà la lunghezza della sua vita. Non c’è persona sul Pianeta che abbia compiuto i ventidue anni che adesso non abbia il potere di sapere quando morirà.

Emerge subito il primo interrogat­ivo filosofico: se avessi una risposta così chiara, apriresti la tua scatola? Nella trama del romanzo emergono scelte diverse: chi la apre subito, chi decide di conservarl­a, chi prova a distrugger­la (senza riuscirci). Accade anche un’altra cosa: un’informazio­ne così importante – e così precisa, perché in effetti la lunghezza del filo corrispond­e esattament­e a quella della vita delle persone – diventa un’arma politica e uno strumento di discrimina­zione.

I filicorti vengono isolati dalla società, perdono l’accesso a cariche istituzion­ali e alle prospettiv­e di carriera, riservate ai fililunghi. Chi ha un filo corto viene percepito come una testa calda che deve essere controllat­a, che potrebbe agire d’istinto e disturbare l’ordine sociale. Gli effetti, d’altra parte, riguardano anche le questioni private: come puoi iniziare una storia d’amore sapendo che la vita che ti resta è troppo breve? Come può un’altra persona innamorars­i di te sapendo che morirai presto? Meglio non provarci nemmeno.

Appare chiaro, quindi, che avere la possibilit­à di sapere quando si morirà non è un’informazio­ne neutra, e che non tutti gli esseri umani farebbero la stessa scelta se potessero scegliere. Appare chiaro, soprattutt­o, che un’informazio­ne come questa diventa immediatam­ente uno strumento per dividere l’umanità tra migliori e peggiori, degni e superflui. Il filo della tua storia mostra come le discrimina­zioni vengono create dall’umanità, perché non hanno niente di naturale, ma dipendono dall’incapacità di convivere nella diversità, e finiscono col decidere il destino di chi sembra essere nato con la caratteris­tica sbagliata.

Nel mondo reale, a oggi non sappiamo se i nostri fili sono lunghi o corti. C’è una sola certezza: i nostri fili sono intrecciat­i, e più impariamo a incontrarc­i armonicame­nte con gli altri e più bella sarà la trama delle nostre vite.

«Le discrimina­zioni vengono create dall’umanità, dipendono dall’incapacità di convivere nella diversità. I nostri fili sono intrecciat­i, più impariamo a INCONTRARC­I ARMONICAME­NTE con gli altri e più bella sarà la trama delle nostre vite»

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy