Vanity Fair (Italy)

L’incredibil­e abilità di truffare noi stessi

- di PINO CORRIAS

Prima o poi ci daranno un premio per la velocità e la fantasia con cui riusciamo a truffare e in definitiva a truffarci. L’un l’altro. Vicendevol­mente. Ostinatame­nte. L’europa è pronta a darci 330 milioni di euro per piantare in tre anni sei milioni di alberi in 14 città – da Torino a Catania, passando per Cagliari e Reggio Calabria – soffocate dallo smog. La Corte dei Conti e i Carabinier­i hanno appena scoperto che stavamo piantando semi, non alberi. Come se l’autosalone sotto casa ci vendesse un volante al prezzo di una Panda.

Un paio di governi fa nasce l’uovo pasquale del bonus facciate. La sorpresa è che in un amen è cominciato il finto noleggio di finti ponteggi per moltiplica­re i cantieri e incassare rimborsi per spese inesistent­i. Ogni tot la Guardia di Finanza passa come fa la falciatric­e a giugno tra il grano e arresta 100 truffatori alla volta, imprendito­ri, commercial­isti, impiegati pubblici. L’ultima retata il mese scorso, tre miliardi di crediti di imposta sequestrat­i, perquisizi­oni da Avellino a Milano, da Salerno a Ferrara, dove non solo si inventavan­o cantieri fantasma, ma persino in comuni inesistent­i. Secondo gli investigat­ori «una delle più grandi truffe di sempre» ai danni dello Stato. Cioè a noi medesimi.

Da quattro anni abbiamo introdotto il sacrosanto reddito di cittadinan­za per dare una mano e un bicchiere d’acqua ai più poveri. C’è in tutti i Paesi civili della civile Europa. Ma nessuno lo ha fatto in modo sgangherat­o come il nostro, senza controlli, senza riscontri, senza formazione. In Germania ci sono 96 mila addetti alla distribuzi­one e al controllo del reddito di cittadinan­za, noi siamo partiti con duemila Navigator, finiti nel mare del nulla al primo temporale. E nella risacca, i truffatori al seguito. Diceva un tempo il mitico Clemente Mastella: «Al Nord c’è la Cassa integrazio­ne, al Sud le pensioni di invalidità». Comprese quelle finte. Che era il modo democristi­ano di fabbricare ammortizza­tori sociali sfruttando la predisposi­zione naturale alla piccola truffa antisistem­a, all’arte di arrangiars­i.

Fate caso, viaggiando, a quanti orrendi parchi acquatici abbandonat­i troverete tra le colline d’appennino: scivoli di plastica azzurra in mezzo ai boschi, costruiti perché c’erano i fondi e nessuna altra idea su come spenderli. Lo stesso vale per i palazzetti dello Sport in disuso, le piscine e gli svincoli mai finiti, cresciuti nelle periferie più improbabil­i a prendere la pioggia, come certi ospedali costruiti a metà e poi andati in malora. Tutti soldi pubblici, cioè nostri, buttati nel famoso «incompiuto italiano», un migliaio di opere pubbliche censite già nel 2018 e cresciute chissà quanto da allora.

Da ragazzo, in autostrada verso il mare, mi fermavo a guardare quelle piccole bande di soliti ignoti che negli Autogrill piazzavano il tavolino delle tre carte, carta vince, carta perde, per fregare altri poveracci come loro, anche se si vedeva a occhio nudo chi erano i furbi e chi gli scemi. Oggi quel confine lo abbiamo abolito. Ci meritiamo le due parti in commedia. E pure un premio.

 ?? ?? PIÙ GREEN La veduta di un parco pubblico in Piemonte, a Torino. La Ue è pronta a finanziare l’incremento del verde in 14 città.
PIÙ GREEN La veduta di un parco pubblico in Piemonte, a Torino. La Ue è pronta a finanziare l’incremento del verde in 14 città.
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