Meglio PESSIMISTI
Sembra una contraddizione, ma non lo è per i Baustelle. Che con il nuovo disco fanno resistenza all’orrore del mondo
IBaustelle sono gli stessi di sempre, e soprattutto sono ancora vivi», dice Francesco Bianconi, frontman e paroliere. «Ci ha salvato la curiosità e tenere le antenne dritte», continua Rachele Bastreghi, cantautrice e musicista. La band (c’è anche Claudio Brasini) torna il 14 aprile, dopo cinque anni dall’ultimo album, con l’atteso Elvis, già anticipato da due bellissimi singoli: Contro il mondo e Milano è la metafora dell’amore.
Perché il titolo è dedicato a Elvis?
Francesco Bianconi: «Dell’essere umano mi interessa la caduta, non l’uomo perfetto. Allo stesso tempo, quando faccio musica, mi piace avere dentro l’elvis giovane». Rachele Bastreghi: «Sì, il diciottenne col fuoco sempre acceso».
Come vi sembra il mondo oggi?
F.B.: «È bianco e nero insieme. Noi siamo musicisti rock and roll, è nostro dovere denunciare tutte le contraddizioni, quelle tragiche e quelle ridicole».
Quando una canzone diventa politica?
F.B.: «Si è politici ogni volta che ci si dedica alla creazione di qualcosa che è contro il mondo. Anche scrivendo una canzone d’amore, stai facendo una scelta etica e politica. Leonard Cohen è politico e ha sempre scritto d’amore».
Nella Nostra vita cantate: «Chi ha vinto le elezioni, amore / Che vuoto ci governerà / Che cosa abbiamo a cena, amore».
F.B.: «Denunciamo la classe politica che abbiamo da un po’ di tempo a questa parte e la quotidianità che può diventare orrore».
L’amore è una forma di resistenza?
R.B.: «L’amore è il motore, vale la pena anche se è sofferenza». F.B.: «Dal sesso al prendersi cura di una piantina: è un modo per resistere all’orrore del mondo».
Cantate anche: «Andiamo ai rave per non vedere il vuoto mai dentro di noi».
F.B.: «L’assassino più pericoloso è quello che ci portiamo dentro. Io sono entrato in crisi quando ho capito che avevo paura del potenziale killer dentro di me. L’ho superata invitandolo a cena».
Meglio ottimisti o pessimisti?
F.B.: «Pessimista, perché esserlo ti consente di non rimanerci male se arriva il colpo del boia». R.B.: «Mi piace dire che “il pessimista quando attraversa la strada guarda a destra e a sinistra”».
L’ultimo brano del disco, Cuore, è il più drammatico di tutti. Racconta un suicidio.
F.B.: «L’happy end non ci è mai piaciuto. Lo sostengono anche gli psicologi di non raccontare troppe favole ai bambini, altrimenti si abituano».
Al posto di «E vissero per sempre felici e contenti», che cosa ci mettereste?
R.B.: «Infelici e contenti».
F.B.: «“Nella peggiore delle ipotesi, vissero”, o “nella migliore delle ipotesi, vissero”. Anzi, “purtroppo o per fortuna, vissero”».