FELICE L’OSPITE
A CASA O FUORI
Nelle città spuntano sempre più ristoranti, piccoli locali, ex latterie o panetterie attrezzati per offrire cibi vari a tutte le ore del giorno. Code inenarrabili davanti a pizzerie, focaccerie, poke, etnici di tutti i tipi, cui si aggiungono i bar, dove una volta si bevevano caffè, birre e domestica spuma e oggi buoni vini con offerte di cibo veloce, ma sfizioso. Ovunque si notano allegria e appetito. In verità molte di queste persone non privilegiano la cucina di casa, spesso piccola e poco attrezzata, trovando sempre più piacere nel mangiare fuori. In pari tempo però cresce la schiera (che spesso ormai comprende anche ragazzi, scapoli e mariti) di chi ama comprare con attenzione il proprio cibo e cucinarlo, provando e creando, quasi sempre in allegra brigata, dove molti amano cimentarsi a loro volta. La passione è forte, non si spiegherebbero altrimenti le decine di seguitissime trasmissioni tv, di libri, riviste e scuole di cucina. Si tratta di due schieramenti all’opposto: gli uni inneggiano alla socialità, alla sorpresa, alla musica; gli altri alla ricerca, all’elaborazione, alla compagnia di amici, al risultato magico di preparazioni riuscite che ti fanno sentire quasi uno chef. Si incontreranno mai questi due gruppi? In realtà entrambi esprimono la stessa passione: se la vita è complessa, il lavoro spesso pesante, i problemi incalzanti, la gioia si trova in un buon cibo in allegra compagnia. A casa o fuori.
Avvocato, esperta di storia della cucina e di arte del ricevere, cuoca appassionata e collezionista di testi dedicati alla gastronomia. Ha scritto il libro Dizionario irresistibile di storie in cucina (2021, Cairo).