IL VIGNERON DEL ROERO
re, un agriturismo piuttosto che un wine resort o una casa vacanza”. Il risultato? “Oggi ogni comune ha il suo b&b o boutique hotel, relais, wine resort, un’osteria”. E angoli di paradiso sparsi sui colli dell’Albese, Roero o Monferrato; con piscine a sfioro sui vigneti, e spa in angoli mozzafiato.
L’area delle Langhe-Roero e Monferrato si estende dal sud del Piemonte, e include le province di Asti, Alessandria, Cuneo, toccando i confini con la Liguria. È dunque diventata ormai un brand planetario “grazie anche all’impegno di tanti imprenditori locali che hanno investito in ospitalità e ristorazione” conclude la Grasso. E così i tanti stranieri che arrivano dalla Svizzera, Belgio, Olanda, Inghilterra, alloggiano in hotel di charme e dimore familiari dal fascino autentico, ma medio-piccole, perché si è volutamente scelto di evitare le grandi catene alberghiere che avrebbero reso l’offerta turistica omologa a quella di altri Paesi. Che è qui unica, irripetibile. Per rendersene conto, basta visitare le sei zone
Roberto Damonte a capo delle Cantine Malvirà ha convertito tutti i vini in biologico
“La nostra famiglia è nel settore dal 1300, ma la cantina con l’attuale nome risale al 1974” racconta Roberto Damonte” - a capo delle Cantine Malvirà (www.malvira.com), nel cuore del Roero -, dal dehor dell’agriturismo Villa Tiboldi a Canale, che domina le vigne sottostanti (solo una parte dei 42 ettari totali). “Parliamo in particolare di due vitigni autoctoni del Roero, l’Arneis e il Nebbiolo, la cui produzione è stata tutta convertita in biologico dal 2017, per rispetto verso l’ambiente e i nostri stessi clienti. Trecentonila bottiglie per il 70 per cento vendute all’estero”. L’azienda vitivinicola è legata al sogno, all’amore e alla voglia di riscatto della moglie di Roberto, Patrizia, che desiderava acquistare una villa del 1750 su una collina con 10 ettari di vigneti e un panorama mozzafiato. Sogno che si è realizzato nel 1997 e si è concretizzato con l’apertura dell’agriturismo (www.villatiboldi.com) nel 2003. Nel 2004 è arrivato poi il ristorante, con cucina del territorio rivisitata in chiave creativa da giovani cuochi, e agnolotti del plin da non perdere. Nel 2021 altre due camere con 4 posti letto saranno ricavate dalla ristrutturazione del ciabòt, il piccolo fabbricato nei vigneti. specifiche dei 29 diversi Comuni riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La Langa del Barolo, innanzitutto, con una visita al suo castello che ospita il WiMu, il museo interattivo del vino, adatto a famiglie e bambini; il Castello di Grinzane Cavour, nell’omoni
mo Comune, sede dell’enoteca regionale piemontese; le colline del Barbaresco, dove si coltiva il Nebbiolo e si producono Barbaresco, Barbera, Dolcetto; Nizza Monferrato e il Barbera, fra Mombercelli e Agliano, per esempio; a Canelli, per visitare le cattedrali sotterranee delle cantine storiche di produzione dello spumante; per finire, sempre in Monferrato, con la visita degli Infernot a Cella Monte, Ozzano Monferrato, locali scavati nell’arenaria o tufo per la conservazione domestica delle bottiglie. Il filo rosso è dunque l’enogastronomia. Non a caso si trovano qui 23 ristoranti stellati per un totale di 27 stelle Michelin e altri 100 segnalati dalle migliori guide del settore. Benvenuti, quindi, nel paradiso della buona cucina e degli ottimi vini.