La pittura monumentale di Penck
Retrospettiva a Mendrisio del pittore tedesco ammirato da Basquiat
Apre il 24 ottobre, fino al 13 febbraio 2022, al Museo d’arte di Mendrisio una grande retrospettiva dedicata al maestro tedesco A.R. Penck (1939-2017), certamente tra i più importanti artisti tedeschi della seconda metà del Novecento che ha saputo esprimere le contraddizioni della Germania post-nazista e del conflitto Est-Ovest mediante un linguaggio originalissimo. La retrospettiva - comprensiva di oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro, oltre a una cinquantina di opere su carta e libri d’artista - intende ripercorrere le principali tappe del suo percorso creativo. Nato a Dresda, Penck per decenni è attivo nella Germania dell’Est con opere di chiara ispirazione socialista. Molto osteggiato, espone raramente nell’allora DDR. È soltanto dall’inizio degli anni Settanta che riesce a partecipare a mostre in Svizzera, Paesi Bassi e Canada, riscuotendo ampi consensi. Nel 1980 emigra all’Ovest, A.R. Penck è ormai considerato uno dei protagonisti della scena pittorica mondiale. Basquiat e Haring lo ammirano per la sua vigorosa pittura monumentale, capace di delineare la complessità del mondo con la spontaneità e l’immediatezza di un graffitista. Nel 1984 viene celebrato con una personale alla Biennale di Venezia; nel 1988 la Neue Nationalgalerie di Berlino lo consacra definitivamente con una grande retrospettiva. Grazie alla sua celeberrima figura stilizzata, che lo porta a fama internazionale, Penck ha saputo trasformare il campo figurativo in un megafono attraverso il quale diffondere le proprie convinzioni teoriche ed estetiche.