LO ZAFFERANO, UN ORO NATURALE
Coltivato da 35 produttori in 100 mila ettari. Parla Mario Massarotti, presidente del Consorzio
Lo zafferano a Città della Pieve ha una storia antica (i primi documenti sono del 1279), ma un tempo la polvere gialla veniva utilizzata solo come tintura. Nel 2002 nasce un Consorzio che rilancerà la preziosa pianta, grazie all’impegno di 35 produttori che coltivano i pregiati bulbi in 100mila ettari. Il presidente del Consorzio, Mario Massarotti racconta a Ville&Casali gli albori di questo prodotto: “Famosissimi – dice – erano i damaschi di Città della Pieve e le preziose sete colorate con lo zafferano che anche il Perugino pare utilizzasse per rendere in affresco l’inimitabile riflesso dorato dei tessuti tinti con quest’oro naturale. Il recupero e la reintroduzione dell’antica coltura si deve all’agronomo Alberto Viganò che circa un trentennio fa impiantò nelle sue proprietà, situate nel comprensorio di Città della Pieve, alcuni bulbi di zafferano. Da questa esperienza derivarono altre coltivazioni condotte da alcuni agricoltori pievesi affascinati anch’essi dalle potenzialità produttive della spezia. Nel giugno 2002, con il forte sostegno dell’Amministrazione Comunale e della Comunità Montana Monti del Trasimeno, è stato costituito il Consorzio ‘Il Croco di Pietro Perugino Zafferano di Città della Pieve-Alberto Viganò’ e sono stati registrati presso la Camera di Commercio di Perugia il marchio e il logo”. Il Consorzio, dotato di un rigoroso disciplinare, si estende dall’alto Orvietano al Lago Trasimeno e nei comuni di Città della Pieve, Paciano, Panicate, Piegaro, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione, Fabro, Parrano, San Venanzo, Ficulle e Allerona e per porzioni significative nei territori comunali di Castiglione del Lago, Magione, Perugia, Marciano e Corciano.