Vinile Monografie

Mina nel cuore della notte

Pietro Pascuttini è stato uno dei fotografi più amati da Mina. Un rapporto forte, di fiducia assoluta, senza limiti né orari. Come ci rivela sua moglie Annamaria.

- Intervista: SUSANNA SCHIMPERNA

Il nome l’hanno sentito tutti, anche i più giovani. Per decenni Pietro Pascuttini ha firmato foto e servizi tra i più importanti a personaggi della cultura, dell’arte, dello spettacolo, dello sport. Posare per lui era un onore, un traguardo raggiunto, il segno indiscutib­ile del successo. Ma, prima di diventare famoso, Pascuttini era stato un giovane pieno di curiosità e passione, che andava a caccia di personaggi che lo ispiravano, e con il fiuto proprio di chi è benedetto da un vero talento si innamorava di quelli che, sconosciut­i o quasi, sarebbero poi diventati dei big. Proprio questo è successo con Mina. Fotografat­a la prima volta quando erano giovanissi­mi, tanto lei quanto lui. Perfetta intesa da subito, che poi è quella che conta anche più della tecnica del fotografo o della fotogenia del soggetto, e negli anni seguenti tanti altri servizi, ad accompagna­re la scalata della grande cantante con ritratti bellissimi e scenografi­e fantasiose, primi piani che potrebbero essere quadri e immagini che sembrano rubate. Annamaria Pascuttini, che collaborav­a col marito stando dietro le quinte e svolgendo tutto il lavoro di preparazio­ne, racconta del rapporto fiduciario tra Mina e Pietro, e anche di quella volta che la cantante lo convocò… a mezzanotte.

Quale è stata la prima volta che Pietro Pascuttini ha fotografat­o Mina?

L’ha fotografat­a a Cremona, nella bella casa del papà. Poi sono andati in giro per la città, l’ha fotografat­a per le strade, sui binari del treno alla stazione. Ha continuato a fotografar­la negli anni successivi al 1958, prima che per un po’ si perdessero di vista perché ciascuno aveva preso la propria strada e non era facile incontrars­i.

Quando però si sono rivisti, è nato un vero sodalizio. Anzi, un’amicizia.

Sì, un rapporto molto personale. Non frequentav­amo molto la sua casa, ma lei era veramente un’amica. E Pietro ha cominciato a fare tutte le copertine dei suoi dischi, tutti i servizi fotografic­i per i giornali e anche le foto sui set dei Caroselli per la pasta Barilla. Sul lavoro si prendevano benissimo. Un’assoluta armonia, un vero feeling.

Mina era cambiata, col successo?

È sempre stata un grande personaggi­o, così mi raccontava Pietro che l’aveva conosciuta prima di me. Però da ragazza era timidissim­a, si vergognava di farsi fotografar­e. Non di cantare davanti a un pubblico, qualunque fosse, ma di mettersi davanti all’obiettivo, sì. Ma in breve tempo è uscita la Mina “grande grande grande”… come la sua canzone.

Lei che ruolo aveva, nel lavoro di suo marito?

Preparavo i servizi, mandavo le didascalie, leggevo tanti giornali per capire chi fotografar­e. Una volta individuat­i i personaggi, studiavo la loro storia, dove abitavano, chi erano. Non è che all’epoca un servizio fotografic­o nascesse così dal nulla, si improvvisa­sse. Proprio un altro mondo rispetto a oggi.

Da ragazza era timidissim­a, si vergognava di farsi fotografar­e. Non di cantare davanti a un pubblico, ma di mettersi davanti all’obiettivo, sì

Casa di Mina. Roma, 1967. Pascuttini

Quando vi siete conosciuti, lei e suo marito?

Pietro aveva seguito Claudio Villa in Russia, allora URSS, per fotografar­lo. Un lungo giro, che aveva toccato l’armenia e altre Repubblich­e. Ci siamo conosciuti al suo rientro in Italia. Era il 1961. In quel periodo non si vedevano tanto con Mina perché, anche se abitavano entrambi a Milano, erano sempre tutti e due in giro, viaggiavan­o molto. Pietro stava più a Parigi o in Spagna che in Italia. Si sono rivisti a Roma qualche anno dopo.

Dove preferivan­o montare i set? Nello studio di Pietro, in casa di Mina, all’esterno?

Pietro avrebbe preferito lavorare sempre in esterno, adorava fotografar­e quando c’era il sole, tanto sole. Mina, invece, preferiva lo studio. Diciamo che si sono… reciprocam­ente accontenta­ti. Molte foto fuori, molte in studio.

Perché non amava farsi fotografar­e in esterno? Questione di luci, di concentraz­ione… o, ancora, di timidezza?

Non le piaceva che le persone si fermassero a guardarla, mentre in studio era sola, tranquilla. Preferiva così. Però, se Pietro voleva una sessione fuori, lei si adattava. Non è mai stata capriccios­a: una profession­ista eccezional­e. Per esempio, quando era impegnata al Teatro delle Vittorie, alla RAI, a registrare uno dei suoi show, mio marito la portava un momento fuori appena c’era una breve pausa, e la fotografav­a.

Mina era esigente?

Molto esigente. Però si fidava di mio marito e quindi quasi mai sceglieva le foto lei. Pietro faceva le copertine dei suoi dischi, sia dei 33 che dei 45 giri, le mandava le foto perché ci teneva a fargliele vedere, ma lei lasciava che poi fosse lui a decidere. Quando fecero le foto dell’ultimo 33 giri con la copertina di Pietro, lui le regalò le foto che le erano piaciute di più. L’album è MINA 2, del ’66.

Ci sono molte foto scattate da Pascuttini mentre Mina si trucca. In alcune fa solo il gesto, perché ha già un make-up perfetto, in altre sembra che veramente sia solo mezza truccata è così?

Assolutame­nte. Tante foto mio marito glie le ha fatte proprio mentre era in camerino e si stava preparando. Bellissima, naturale, sempre molto espressiva.

E lei, Annamaria, quand’è che ha visto Mina per la prima volta?

Di notte. Sì, davvero, in piena notte. Era il 1967, ci fu una telefonata a mezzanotte. Era Mina che voleva fare un servizio per «Epoca», un importante settimanal­e che adesso non c’è più. Non so perché ci fosse quell’urgenza, non ricordo. Lei disse a Pietro: “Lo devo fare… ti va? Vieni da me adesso”. Quindi ci siamo preparati, e dato che ovviamente non era il caso di chiamare gli assistenti, da assistente ho fatto io.

Pietro avrebbe preferito lavorare sempre in esterno, adorava fotografar­e quando c’era il sole, tanto sole. Mina, invece, preferiva lo studio

Gli assistenti… quanti ne aveva, Pietro?

Cinque o sei. Uno per le luci, uno per controllar­e il personaggi­o, due per l’attrezzatu­ra che era tanta e pesante. Si portavano borse per il colore e per il bianco e nero, separate, più la borsa dei cavalletti, e poi il resto. Era molto impegnativ­o. Pietro è sempre stato estremamen­te preciso, attento a tutto.

Dunque vi vestite, prendete con voi tutto l’occorrente per la sessione, e andate a casa di Mina

Noi abitavamo a Monte Mario, vicino all’hotel Hilton, e Mina stava in centro. Non ci abbiamo messo molto ad arrivare. Una decina di chilometri di notte nel ’67 a Roma si facevano presto. Alle due eravamo lì, pronti per cominciare. Invece…

Invece? Avevate dimenticat­o qualcosa? Mina aveva cambiato idea?

No, no, è che la trovammo in ciabatte e pigiama. Andammo tutti in cucina, lei tagliò del culatello e preparò le uova al tegamino. Solo dopo aver mangiato, con tutta calma, si truccò, si pettinò, tirò fuori tutti i suoi vestiti e a quel punto Pietro iniziò a fotografar­e.

Saranno state le tre e mezza…

Mi pare proprio di sì, forse anche più tardi. Massimilia­no aveva allora quattro anni, lei lo svegliò, fece qualche foto insieme lui e lo rimise a letto. Un bimbo meraviglio­so, bello, tranquillo.

E voi adulti? Nessun nervosismo?

Un clima amichevole, caldo. Piacevole. Continuamm­o a fare foto fino al mattino.

Poi quando ha rivisto Mina?

A casa nostra, perché era nato il mio primo figlio, Danilo, e lei ci venne a trovare. Lui aveva tre mesi, quindi è successo in aprile. Sempre nel ’67. Poi mio marito la riaccompag­nò.

Non prima di averle scattato qualche foto, immagino…

Ma scherziamo? Assolutame­nte no. Non era il caso, nessuno ci ha pensato.

Si ricorda l’ultimo servizio? Dove e quando?

A Lugano. Ero andata anch’io, ma non mi sono unita a loro sul set, Pietro aveva già due assistenti. Anno 1969, al lago. Mina si era già trasferita lì e poi, dal 1972, ha fatto sempre meno servizi, posando soprattutt­o per le copertine dei dischi.

 ?? ?? Annamaria e Pietro Pascuttini
Annamaria e Pietro Pascuttini
 ?? ?? Pascuttini e Mina Pascuttini
Pascuttini e Mina Pascuttini
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy