Vinile Monografie

MINA CANTA O BRASIL

- Lucio Mazzi

PDU, 1970

Canto de Ossanha / Com açucar, com afeto / Upa neguinho / Todas as mulheres do mundo / Que maravilha / A banda / Canção latina / Tem mais samba / Sentado à beira do caminho / A praça / Nem vem que não tem

Un anno dopo MINA FOR YOU, ecc un altro album cantato completame­nte in una lingua straniera. Questa volta tocca al portoghese con 11 canzoni brasiliane. Mina aveva già incontrato il Brasile cantando Insensatez nel 1964 (in MINA) ed era stata la prima a portare la musica brasiliana in Italia anche se, chissà perché, è a Ornella Vanoni che viene attribuito il ruolo di ambasciatr­ice Carioca, nonostante la sua Tristezza per favore vai via sia arrivata ben dopo le “mazziniane” Chega de saudade, e, appunto, Insensatez. Ma insomma, il solito Augusto Martelli (alias Bob Mitchell) sceglie le canzoni (tutte datate tra il ’65 e il ’69), le riarrangia e le consegna a Mina perché le faccia sue. In realtà, per lei non è tutto materiale nuovo, avendo già inciso la versione italiana di alcune: Upa Neguinho come Allegria (un singolo del 1968), A banda come La banda, grande successo del 1967, A praça come Dai dai domani (retro di Non credere) nel 1969, e infine Nem vem que não tem, pubblicata come Sacumdì sacumdà nel 1968 come retro del singolo Zum zum zum sigla di Canzonissi­ma, con testo italiano, il suo primo per Mina, di Paolo Limiti. E in tema di traduzioni, Que maravilha diventerà Che meraviglia in QUANDO TU MI SPIAVI IN CIMA A UN BATTICUORE (uscito pochi mesi dopo), mentre Sentado à beira do caminho, di Roberto Carlos, quello stesso anno acquista un testo in italiano di Bruno Lauzi, la celebrata interpreta­zione di Ornella Vanoni e un titolo nuovo di zecca, L’appuntamen­to. Infine, le traduzioni di Tem mais samba (C’è più samba)e Canto de Ossanha (Chi dice non dà) non erano mai state incise in studio, ma appartengo­no da tempo al repertorio live di Mina – le troviamo in MINA ALLA BUSSOLA DAL VIVO del 1968. Nonostante gli sforzi profusi, non si può dire che l’album, definito dalla critica come “inelegante­mente popolano, squarciato da fiati roboanti”, sia stato un successo: MINA CANTA O BRASIL non compare nemmeno tra i 100 album più venduti del 1970.

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