Vinile Monografie

FRUTTA E VERDURA

- Vito Vita

PDU, 1973

Fa’ qualcosa / Non tornare più / Devo tornare a casa mia / Domenica sera / La vigilia di Natale / Questo sì, questo no / E poi… / Dichiarazi­one d’amore / La pioggia di marzo /Tentiamo ancora

Pubblicato a ottobre insieme a AMANTI DI VALORE sia in confezione unica che separatame­nte, questo è uno degli album di Mina più venduti (anche se non arriva al primo posto, occupato stabilment­e per molte settimane dalla colonna sonora di Jesus Christ Superstar). Merito di una serie di canzoni ben riuscite, a partire da quelle del 45 giri, E poi… di Andrea Lo Vecchio e Shel Shapiro e Non tornare più di Califano e Dario Baldan Bembo, arrangiata da quest’ultimo, e Devo tornare a casa mia, con l’orchestra di Natale Massara (l’unico brano a non essere curato dal punto di vista musicale da Pino Presti, che realizza degli arrangiame­nti molto riusciti, a partire da E poi… Una curiosità: ne esiste una versione in inglese firmata dal solo Shapiro (Runaway), che sarà pubblicata solo nel 2011 nella raccolta I AM MINA, una raccolta che mette assieme le versioni in inglese dei suoi successi e ci fa capire come Mina abbia ben pochi rivali a livello internazio­nale e, se solo fosse stata meno pigra, con un adeguato lancio avrebbe potuto raggiunger­e i vertici delle classifich­e mondiali. Belle anche Fa’ qualcosa, in cui il paroliere Alberto Testa e il musicista Walter Malgoni si scambiano i ruoli (“Io avevo composto una parte della musica e Malgoni, che è un musicista, disse ‘Allora io ti scrivo le parole’, così quasi per gioco ha scritto il testo”), Domenica sera di Corrado Castellari e Stefano Scandolara, la toccante La vigilia di Natale nuovamente di Shapiro e Lo Vecchio (con un rimando melodico a Yesterday) e Questo sì, questo no di Pino Donaggio con parole di Giorgio Calabrese. Come di consueto, il genovese si occupa della “Quota Brasile”: la canzone scelta è la celeberrim­a Aguas de março, incisa da Jobim l’anno precedente e portata al successo internazio­nale da Elis Regina – qui diventa La pioggia di marzo, uno dei brani più noti del repertorio brasiliano di Mina. Calabrese non traduce il testo, ma ne scrive uno nuovo molto vivace denso di assonanze, rime, immagini accennate e ossimori che lo rendono una delle sue cose migliori.

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