Vinile

WITH THE LIGHTS OUT AND…

- Testo: Gianni Gardon

Quello sparo improvviso pose fine all’esistenza di Cobain per sua stessa volontà ma l’eredità musicale che Kurt e compagni ci hanno lasciato, in pochi anni di attività – in pratica un quinquenni­o – è vastissima. Davanti a una morte prematura che consegna l’artista al rango di mito (nel suo caso avvenuta a 27 anni) c’è sempre il rischio della speculazio­ne e sono fioccate in seguito le pubblicazi­oni postume a nome Nirvana, con tanto di dispute legali tra i componenti rimasti e la vedova Cobain. Vale la pena menzionare WITH THE LIGHTS OUT (2004), un box set per un totale di 3 Cd e un dvd interessan­te soprattutt­o perché contiene canzoni rare e inedite, curiose cover e demo casalinghi (tra i nuovi brani anche una versione acustica di You Know You’re Right, che fece da traino a NIRVANA, il primo greatest hits ufficiale del gruppo pubblicato nel 2002). A integrazio­ne della discografi­a sono imprescind­ibili due album live che contribuir­ono a lanciare per sempre nell’Olimpo del rock e nell’immaKurt ginario collettivo il nome del gruppo. LIVE AT READING (2009) raccoglie la straordina­ria performanc­e all’edizione del Festival inglese del 1992, fissando per sempre il momento clou dei Nirvana. Era uscito molti anni prima l’album FROM THE MUDDY BANKS OF THE WISHKAH (1996), il cui materiale registrato dal vivo in un periodo compreso tra l’89 e il ’94 è assemblato senza un filo logico, per cui risulta difficile evidenziar­ne lo scarto qualitativ­o tra un’epoca e l’altra. Molto meglio quindi gustarsi il concerto di Reading, passato giustament­e alla storia come uno dei più importanti del rock. Dei Nirvana inediti, per la prima volta in chiave acustica, si possono invece ascoltare nel disco MTV UNPLUGGED IN NEW YORK, dove un po’ a sorpresa Cobain decise di dare ampio spazio alla musica che amava e che sentiva affine. Sono presenti quindi nel disco, insieme a felici rivisitazi­oni di canzoni autografe che in questa veste aumentano il loro appeal (oltre ad About A Girl, sono valorizzat­e anche On A

Plain o Dumb, passate un po’ in sordina nei rispettivi album di provenienz­a), cover particolar­i di brani in apparenza distanti ma che resi magnificam­ente dai Nirvana sembrano essere stati partoriti come per magia dalla medesima penna. Kurt accanto a un mostro sacro come David Bowie (di cui offre una magnifica versione di The Man Who Sold the World) recupera Jesus Doesn’t Want Me for a Sunbeam dei Vaselines e omaggia la band undergroun­d Meat Puppets, invitando sul palco i fratelli Kirkwood a suonare con lui ben tre brani del loro repertorio (spicca Plateau). A suggellare il concerto, a cui un rilassato Kurt Cobain conferisce toni solenni e spirituali, arriva l’interpreta­zione straordina­ria di Where Did You Sleep Last Night?, antica ballad che ripropone nella versione del bluesman Leadbelly, da lui adattata negli anni Quaranta. Il canto di Kurt da dimesso si fa struggente, con quell’urlo strozzato in gola a cui segue uno sguardo fissato dalla telecamera che rimarrà per sempre impresso nella nostra memoria. Gli occhi di un ragazzo che possedeva un dono e che con questo concerto ha voluto consegnare al mondo intero il suo testamento artistico.

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