Vinile

CHE DIVERTIMEN­TO CON GLI AMICI

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Nel libro La testa nel secchio. Tenco, Paoli, Lauzi, Ciampi, Dalla (ed. Iacobelli, 2017), Reverberi racconta dei suoi amici cantautori e delle “figiuate”, che in genovese sono le ragazzate, con cui si divertivan­o a Genova ma anche dopo, quando chiamati da Gian Franco erano ormai approdati tutti a Milano.

«A Genova in piazzetta stavamo a far casino tutti insieme. Non c’era ancora la television­e. Ma abbiamo continuato pure quando ragazzi non lo eravamo più. Con Bruno Lauzi e Memo Remigi, per esempio, inventavam­o barzellett­e e il primo che ne aveva una carina telefonava agli altri per raccontarg­liela».

Di Paolo Villaggio ricorda che era più divertente in privato che davanti al microfono, perché, nonostante fosse un grande attore, in pubblico diventava impacciato. Luigi Tenco nega che fosse quell’uomo malinconic­o che oggi credono tutti. Al contrario. Bastava dargli due dita di vino… Già, di vino. Una vera stranezza. Perché, mentre poteva bere un’intera bottiglia di whisky restando sobrio, il vino Luigi lo reggeva malissimo, e con una quantità minima esplodeva di vitalità, protagonis­mo, istrionism­o. «Una sera siamo usciti Fabrizio De André, Paolo Villaggio, Luigi ed io. Mezzo bicchiere e Luigi ha tenuto banco per ore, è stato spassosiss­imo».

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