DAI DINOSAURI ALLA SALA D’INCISIONE
Gian Franco nasce il 12 dicembre del 1934 dentro un museo, il Museo di storia naturale Giacomo Doria, di Genova, dove il nonno paterno lavora come custode e falegname. Nel museo cresce, giocando col fratello Gian Piero: «La nostra sala giochi era quella in cui stavano gli animali preistorici impagliati».
Vuole fare il compositore già da piccolo, e il padre, che appoggerà sempre i figli nella ricerca di una loro strada, gli farà studiare pianoforte con un’insegnante privata. Insieme al pianoforte, Gian Franco impara a suonare la fisarmonica e il vibrafono. Grazie al vibrafono firma il primo contratto quando ha soltanto 15 anni, e l’anno successivo viene invitato nell’orchestra di Nello Segurini al Lido di Genova. Prima del servizio di leva casa Reverberi era già diventata sede di prove musicali del gruppo che Gian Franco e Gian Piero avevano formato con i giovani talenti della città, destinati a diventare poi famosi. A Fano, durante la leva, Gian Franco forma un quartetto in cui c’è pure Piero Ciampi, e quando viene assegnato al reggimento di Milano fonda un trio jazz con Giorgio Gaber e Giorgio Buratti, e un gruppo rock’n’roll in cui figurano Gaber, Enzo Jannacci, Paolo Tomelleri, Nando De Luca, Luigi Tenco, Adriano Celentano. L’amicizia con Giorgio Calabrese («Una fortuna incontrarlo!»), che fa i testi dei suoi brani, gli permette di tirare fuori quel brano ancora oggi notissimo e che forse è stato il primo brano rock italiano: Ciao ti dirò. «L’abbiamo scritta Calabrese, Tenco ed io, e certo non c’erano grandi contenuti, ma d’altra parte non c’erano nemmeno nelle canzoni rock americane. Era più una ricerca di parole con suoni che si potessero accompagnare a quel tipo di musica».