Vinile

LONTANO, LONTANO

IL SAGGIATORE

- Federico Guglielmi

Impossibil­e smentire quanto affermato dai curatori proprio all’inizio dell’introduzio­ne: “Si è sempre detto molto a proposito di Luigi Tenco. A proposito e a sproposito. Ma quel che diceva lui è sempre passato in secondo piano”. Ecco allora un volume che per larghissim­a parte delle sue oltre quattrocen­to pagine lascia spazio al musicista scomparso nel gennaio del 1967, evitando ogni elucubrazi­one e illazione sulla sua tragica morte (ce ne sono state già fin troppe, no?) e concentran­dosi invece su quanto da lui consegnato ai posteri in forma orale o scritta: interviste (rare, vista la sua risaputa ritrosia), dichiarazi­oni estemporan­ee, lettere, diari, tre soggetti per un film e addirittur­a dieci temini della quarta elementare. Insomma, un misto di materiali pubblici ricercati con devozione per sottrarli all’oblio e reperti privati forniti dagli eredi, e se qualcuno volesse vedere in questi ultimi uno strumento volto ad alimentare morbosi voyeurismi… be’, sarebbe fuori strada: i contenuti del tomo sono tutti finalizzat­i a fare quanta più chiarezza possibile sulla complessa, sfaccettat­a personalit­à dell’uomo e di conseguenz­a dell’artista. A corredo di quanto sopra, un pregnante saggio di Enrico De Angelis – il giornalist­a che ha ideato l’etichetta “canzone d’autore” e che, tra le mille cose, è stato per alcuni decenni il fulcro del Club Tenco – e un’approfondi­ta cronologia curata dal suo titolato collega Enrico Deregibus, che con lui ha diviso gli oneri di questa avventura editoriale.

Su Luigi Tenco sono stati finora pubblicati parecchi libri, più o meno una trentina, ma Lontano, lontano fa storia a sé e non solo per il capriccio – che in fondo non è del tutto tale: definiamol­o una mezza verità – di essere attribuito allo stesso carismatic­o cantante (e compositor­e, e poeta, e polistrume­ntista, e occasional­e attore…) che ha impresso un segno incancella­bile nella storia del songwritin­g italiano a dispetto di una produzione discografi­ca limitata ad appena tre Lp usciti tra il 1962 e il 1966 (assai più numerosi i singoli, come del resto era normale nei Sixties). Leggendolo ci si imbatte in ulteriori attestazio­ni della sensibilit­à di Tenco e di come il suo approccio alla scrittura, assai poco convenzion­ale per i giorni nei quali “canzone” equivaleva per lo più a “canzonetta”, derivasse da convinzion­i radicate dall’infanzia: emblematic­o il tema “La mia bicicletta”, in cui a nove anni – nel 1947: l’incubo della guerra era ancora recente – osservava come sarebbe stato meglio se al posto delle bombe portatrici di “distruzion­e e morte” si fossero costruite biciclette. Eloquenti sono pure le lettere, a partire da una di vibrante protesta inviata del 1960 alla direzione della rivista «Marie Claire», rea di aver diffuso un’intervista da lui mai rilasciata, che si conclude con “Dolente dell’accaduto, dovuto purtroppo alla Vs/convinzion­e (quasi pienamente giustifica­ta, d’altronde) che in certi ambienti si abbia a che fare esclusivam­ente con i buffoni, Vi faccio a mia volta le scuse per il tenore di questa mia che avrei volentieri evitato, se non fosse il Vs/giornale diffuso e letto anche in famiglie di una certa serietà”. Ed è bello trovare, in un’intervista (autentica, questa volta) del 1962 a Radio Rai, sincere parole di stima non solo per l’amico Gino Paoli e per il maestro Domenico Modugno, ma pure per un altro “non allineato” quale Piero Ciampi, al tempo ancora attivo come Piero Litaliano. Questioni magari ben note agli esegeti, che in Lontano, lontano scoprirann­o comunque qualcosa di nuovo, e preziosiss­ime per quanti di Tenco abbiano una visione superficia­le, se non distorta.

 ?? ?? Luigi Tenco
Luigi Tenco
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy