Takashi Kido porta Kido-ism aMilano
Una cucina sperimentale attraverso le culture gastronomiche di Giappone, Spagna e Italia
Kido-ism. Inteso come credo, come corrente di pensiero e filosofia di cucina dello chef che ne ha dettato le linee guida. Il nuovo ristorante di Takashi Kido, minimalista, elegante e dai leggeri tratti orientali, è il giusto palco per far esibire le creazioni sperimentali del suo maestro. Lo chef, nipponico, manipola con maestria le fondamenta della tradizione culinaria italiana, e le fa sue grazie al bagaglio multiculturale che si è costruito nel corso degli anni. Quello giapponese, quello spagnolo grazie alla collaborazione con ristoranti stellati a Madrid, e in ultima battuta quello italiano, maturato durante l’esperienza a Torino nel primo Kido-ism. «La scelta di aprirne una seconda insegna - racconta - arriva a fine 2018, con Milano come meta prescelta per la sua platea internazionale e stimolante». I piatti in carta vogliono provare ad essere un assaggio delle gastronomie dei tre Paesi, sintetizzate in bocconi che raccontano una storia. Cultura, cucina, rituale. Questi i concetti cardine che descrivono una cena da Kido-ism, ovvero un’esperienza sensoriale a più livelli. Alla base di ogni creazione vi è dunque la cucina mediterranea, che si dipana poi in alcuni punti fermi italiani e spagnoli rivisti in chiave giapponese, come ad identificare e sollecitare al palato il ricordo del lungo percorso che ha portato lo chef fino a questo punto. Il menù si suddivide così in tre diverse degustazioni, di cui una dedicata al Wagyu (il ristorante è tra l'altro diretto produttore ed importatore), che rappresentano l’identità del posto. Poi le proposte alla carta, pensate per chi desidera addentrarsi ancor di più nella sofisticata cucina di Takashi Kido. Per aggiungere un’ulteriore esperienza di gusto, la sala propone un abbinamento sakè per ogni piatto che si ordina, immersi nella completezza di tutto ciò che questa cucina, unica nel suo genere, ha da offrire. Prezzo medio 70€ bevande escluse.