Il trono della discordia
Negli ultimi anni, volenti o nolenti, tutti avranno sentito parlare della saga del Trono di spade, traduzione mal riuscita di Game of Thrones, che meglio rendeva gli intrighi a palazzo e i giochi di potere che si nascondono dietro la capacità di gestire un regno. A chi l’ha seguita non sarà certo sfuggita l’ironia del fatto che le persone meglio intenzionate, una volta raggiunto l’apice del potere, cambiavano il proprio atteggiamento, la propria attitudine morale, mentre chi restava integro, legato ai propri principi, falliva miseramente (e talvolta moriva). Può sembrare un paradosso, ma anche noi, talvolta, rischiamo di cadere vittima di questi “giochi perversi”. Chi non si è piegato, almeno una volta nella vita, accettando una situazione palesemente sbagliata? Chi non ha mai accettato un compromesso? Chi non ha mai fatto squadra con una persona antipatica solo per danneggiarne un’altra? Potrei andare avanti a lungo, ma non è mia intenzione puntare il dito o essere giudicante, piuttosto vorrei farvi considerare quanto, in tempi difficili, sia facile “scivolare” nel difetto, giustificandosi con frasi del tipo: «O io, o loro», «Non avevo scelta», «È ingiusto, ma era l’unica possibilità». Non siamo santi e, seppure alcuni stiano seguendo un percorso di crescita, nessuno è esente dalla tentazione. La logica del “si salvi chi può” va abbandonata perché in questa “barca” o ci salviamo tutti o nessuno. Lasciare che l’invidia permei i nostri cuori, dipingendo un futuro con tinte fosche, non è la strada giusta. Non dico neppure che “porgere l’altra guancia” sia la soluzione, perché in troppi sono pronti ad approfittarsi della generosità d’animo, pertanto va applicata alle nostre scelte una bussola morale che non ci faccia sprofondare nel baratro del buonismo a tutto tondo (dove ogni azione viene giustificata a prescindere), ma neppure nella meschinità che spinge alcuni ad approfittarsi del prossimo agendo sulle loro debolezze. Traendo spunto dalla fortunata serie televisiva, dobbiamo traghettarci fuori dalla tempesta mantenendo ben saldi i nostri principi, perché saranno quelli che, nel tempo, determineranno in che tipo di società noi vivremo.