La memoria condiziona e ipoteca il futuro
Ognuno di noi affronta quotidianamente dei disagi emotivi con effetti fastidiosi più o meno lievi sulla qualità della propria esistenza; talvolta, eventi particolarmente incisivi vengono vissuti con maggior intensità, sofferenza e si protraggono più a lungo. Per parlare di “eventi traumatici” dal punto di vista dello Yoga, è necessario quindi partire da cosa intendiamo con questa parola. Come già menzionato, esistono inconvenienti minori che ci condizionano costantemente, impedendoci di vivere un’esistenza serena, goderci le situazioni gradevoli della vita ed esprimere appieno le nostre funzioni vitali…
Seppur spiacevoli, questi non sono da considerarsi “traumi” in senso assoluto, infatti, esiste un termine indiano, vasana, che implica un’impressione latente generata da un evento che ci ha colpito talmente profondamente da lasciare un’impronta in noi, un residuo che, inevitabilmente, ci accompagnerà condizionando anche la nostra attività psichica. Cosa ben diversa sono i traumi gravi, quelli per cui è necessaria una elaborazione più specifica e, talvolta, l’intervento di una persona competente in grado di aiutarci nel lungo percorso. Per comprendere a fondo la differenza, partiamo da quanto accade alla nostra psiche nella quotidianità, ogni qual volta viviamo un episodio sgradevole che altera il nostro equilibrio. La sofferenza che ne deriva ha origine dal fatto di non sentirsi in grado di gestire l’inaspettato, l’inconveniente, ciò che i nostri schemi mentali non erano pronti ad affrontare. Teoricamente, più la nostra mente è libera da preconcetti, più facilmente avrà la possibilità di trovare una soluzione di successo alla situazione imprevista. A riprova di quanto affermato, sarà sufficiente osservare la duttilità dei bambini nell’adattarsi a nuovi contesti e metterla a confronto con la rigidità degli adulti, che ragionano per schemi preordinati. I bambini, fin quando non sono vittime dei vari condizionamenti, sono liberi di reagire agli eventi con un ampio spettro di possibilità, mentre gli adulti, soprattutto gli anziani, reagiscono in maniera prevedibile, motivati da spinte interne che gli impediscono di abbandonare i binari determinati.
QUANDO LA MENTE CI OSTACOLA
Le forze condizionanti e le alterazioni emotive non hanno sempre la stessa intensità, sono subordinate agli episodi che viviamo, ma anche al contesto in cui si inseriscono e al nostro background. Alcune volte, infatti, assumiamo delle posizioni rigide, ci irritiamo, alteriamo, ci roviniamo la giornata per qualcosa di futile, mentre altre, sebbene il fatto sia più grave, rimaniamo concentrati, attenti. Questo semplice esempio dimostra un principio su cui si fonda lo Yoga: siamo noi, o per meglio dire, la nostra mente, a creare paradisi e inferni, a creare il nostro mondo, attribuendo valore e intensità agli eventi. La nostra mente, a sua volta, è condizionata dal vissuto, compresi gli episodi traumatici del nostro passato, quelli che la nostra psiche non ha digerito completamente come, invece, dovrebbe avvenire. I “residui emotivi” non smaltiti ci incastrano nei condizionamenti futuri, e ogni qual volta si ripresenta un episodio analogo (o con elementi di risonanza simili all’episodio originale) tenderemo a reagire ricalcando il nostro comportamento. I residui, col tempo, si trasformeranno in nuovi condizionamenti, tipici della nostra cultura moderna, che non lascia alla psiche i giusti tempi di digestione a causa
Se sei attaccato a un vecchio sogno di ieri, e continui a mettere dei fiori sulla sua tomba in ogni momento, non puoi piantare i semi per un nuovo sogno che possa crescere oggi.
Joyce Chapman
delle continue sollecitazioni a cui è sottoposta. Le cause traumatiche di sofferenza passeranno, infine, nelle zone di coscienza più profonde, dal momento che, se rimanessero nell’ambito della consapevolezza, genererebbero altra sofferenza, situazione inaccettabile per la nostra psiche. Nascosti dalla nostra “vista” ristagnano, avvelenandoci l’anima silenziosamente e lasciandoci nell’impossibilità di difenderci dai loro effetti. L’effetto di un vasana è dunque quello di generare samskara (un comportamento dettato dagli schemi), condizionando alla radice la formulazione di pensieri, l’assunzione di atteggiamenti che non corrispondono perfettamente alla nostra natura. Bloccare questo processo nell’atto del suo manifestarsi non è possibile, in quanto, l’unico elemento percepibile, è il pensiero elaborato, ma non cosa lo origina. Per questo motivo non è semplice liberarsi dai traumi del passato.
IL RUOLO DELLO YOGA
Uno degli scopi primari dello Yoga è proprio la gestione del nostro essere, fino agli aspetti più profondi della psiche. La pratica quotidiana ci spinge a essere presenti e attivi nel nostro pensare, muoverci, respirare; più elevato è il grado di presenza, più saremo calati nello Yoga, più le nostre azioni saranno inconsapevoli e mosse da forze che non siamo in grado di gestire, più ci allontaneremo dalla sua filosofia. Questo principio vale a prescindere dall’attività che stiamo svolgendo, quindi non solo quando ci troviamo sul tappetino.
Le tecniche per gestire gli aspetti traumatici sono molteplici, ma possiamo sperimentare quanto siamo condizionati affidandoci a un semplice esercizio che richiede solo di attivare la consapevolezza rimanendo osservatori imparziali di fronte agli eventi quotidiani, in particolare di quelli che ci alterano. Prima di addormentarci, ripercorriamo gli eventi della giornata focalizzandoci su quelli che ci hanno creato disagio e dove non siamo soddisfatti di come abbiamo gestito le nostre azioni. È molto importante individuare con chiarezza quanto avvenuto, con obiettività, ammettendo che abbiamo commesso errori e ricostruendo l’intero meccanismo che ci ha portato, compulsivamente, a comportarci in una certa maniera. Spesso, ci renderemo conto che la nostra reazione è stata eccessiva e avremmo potuto mantenere un atteggiamento meno rigido e intransigente, sia con noi stessi che con gli altri. Analizzare con il dovuto distacco quanto accaduto, evitando categoricamente gli argomenti giustificativi, aiuta a diminuirne la gravità dell’impatto sulla nostra mente e sulle nostre emozioni, ma non solo: il nostro inconscio, messo di fronte all’evidenza, tenderà a riprogrammarsi in una direzione più corretta, abbandonando i comportamenti distonici e riavvicinandosi ad atteggiamenti naturali che, come abbiamo visto, dovrebbero evitare di imbrigliarci negli eventi passati.
In questo senso, lo Yoga può essere di grande aiuto, ma solo a condizione di accettare e comprendere a fondo i processi che determinano le nostre azioni compulsive. ✹
Il passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare.
Pino Caruso