TORNARE BAMBINI per crescere
Per comprendere le disarmonie della quotidianità (che si tratti di insoddisfazioni, sconfitte o bassa autostima) cercando di risolverle, possiamo prendere spunto dai bambini che, in questa veste, possono guidarci come maestri. In molte tradizioni, tanto orientali che occidentali, a partire dagli insegnamenti di matrice cristiano-cattolica, si parla di ritornare bambini come una possibile via da seguire nel processo di reintegrazione della persona.
UN PERCORSO DI CRESCITA
Migliorare la propria condizione, nella direzione giovanile appena accennata, va inteso come la possibilità di ritrovare da adulti una modalità di rapportarsi a se stessi e al mondo analoga a quella dei bambini (pur mantenendo vive le conoscenze acquisite). La spensieratezza tipica della gioventù è presente in tutti, ma viene gradualmente sepolta dalle vicende della vita; sapendo che è sempre presente dentro di noi, nascosta da qualche parte nella nostra coscienza, è possibile farla riemergere. Affinché ciò avvenga, però, dobbiamo aver chiara l’importanza di questo obiettivo.
Questa condizione primordiale coincide con l’innocenza fanciullesca in cui non si è in grado di discernere tra il bene e il male (non quelli reali, ma quelli che ci ha imposto la società), non avendo ancora mangiato il “frutto della conoscenza”, vivendo in un mondo utopistico in cui tutto è equanimemente perfetto, senza difetti, dato che, da bambini, le distonie non ci appaiono tali.
LE FASI DELLA VITA
La tradizione indiana esprime un concetto molto interessante parlando delle quattro età dell’umanità: l’individuo nasce nell’età dell’Oro, per poi degenerare, nel corso della vita, passando per l’Argento, il Bronzo e infine il Ferro.
Nell’età dell’Oro, quando si è bambini, non vi sono contrasti tra l’individuo e il mondo, non vi sono schemi, condizionamenti, sensi di colpa e non si avverte la necessità di migliorarsi.
L’autostima è piena, spontanea, implicita, perché si basa sul fatto che siamo perfettamente in armonia con la nostra naturale costituzione.
Con il passare degli anni, nel passaggio verso l’età adulta e la vecchiaia, gradualmente si perdono l’innocenza e la spontaneità con cui si valutano le situazioni e si prendono decisioni.
IL DITO PUNTATO
È evidente che ciascun adulto giudica in base ai condizionamenti mentali (pur credendo di esserne immune). A un esame attento risulta infatti evidente che sono proprio le sovrastrutture mentali, che negli anni ci siamo costruiti, a determinare i nostri pensieri spingendoci a giudicare gli eventi e le persone in funzione di preconcetti acquisiti. Non potrebbe essere altrimenti; tutti sono condizionati dagli ambienti sociali, familiari, in cui vivono e, crescendo, tutti si impregnano di stereotipi che inducono pensieri, comportamenti, e giudizi assolutamente predeterminati.
Perfino lo Yoga, che dovrebbe essere la strada maestra verso l’illuminazione, rischia di trasmettere stereotipi comportamentali, atteggiamenti, regole e doveri che appesantiscono e condizionano ulteriormente il praticante, invece di renderlo più libero. Avvicinandosi allo Yoga è molto facile identificarsi con un personaggio ideale, un guru che non esiste,
Sarebbe bello parlare con i bambini che eravamo e chiedere loro cosa ne pensano degli adulti che siamo diventati.
solitamente impeccabile, sia eticamente che moralmente, ma che, alla resa dei conti, scopriamo fallace, anche perché l’etica e la morale in vigore nell’antica India, quando questa millenaria disciplina ha avuto origine, è profondamente divergente dagli ideali che oggi professiamo.
TORNARE BAMBINI
Riassumendo, potremmo affermare che ritornare bambini ci svincolerebbe dai problemi di autostima: non servirebbe né farla crescere, né aumentarla, dato che, spontaneamente, saremmo già nella condizione ottimale.
Ogni adulto può contare sul vantaggio delle esperienze vissute, a condizione che queste non diventino condizionamenti e che non siano eventi negativi profondi (vasana), perché questi fatti, inevitabilmente, lo orienterebbero verso comportamenti condizionati (samskara) nel proseguo della sua vita. Per questo motivo,
tutte le esperienze dovrebbero essere scelte con cura. Facciamo un esempio provocatorio: guidare a 200km/h non è utile e potrebbe privarci del domani in cui potremmo mettere a frutto questa esperienza.
Non possiamo tornare nel passato, ma possiamo organizzarci per il futuro facendo una valutazione lucida e presente (qualità valorizzate dello Yoga), per evitare di incappare in situazioni traumatiche che riempirebbero di distonie, tensioni, fisime, blocchi, condizionamenti disturbanti la nostra vita.
SUPERARE GLI SCHEMI
I condizionamenti più gravi sono quelli che alterano l’autostima. Un adulto ha sempre la possibilità di rapportarsi consapevolmente e razionalmente rispetto a tutti gli accadimenti che gli fanno mettere in dubbio le sue capacità. L’ideale sarebbe cogliere le distonie durante il loro manifestarsi, possibilmente anticipandole, bloccandole. Se i condizionamenti che derivano dalle esperienze negative si allenteranno, si cancelleranno anche i filtri responsabili del cogliere la realtà in maniera distorta e che genereranno un’errata valutazione di se stessi, portando alla disistima.
Una cattiva stima in se stessi coincide sempre con una valutazione negativa molto superiore alla realtà. Paradossalmente, alcune persone affette da una scarsa fiducia, per compensare, si mostrano decise, determinate, addirittura dittatoriali, ma questo atteggiamento, ovviamente falso, non modifica la loro situazione, trasformandole solo in individui eccessivi e sgradevoli.
Ciò su cui, invece, dovrebbero concentrarsi è la saggezza di accettarsi per quello che sono, stimando pienamente perfino i loro difetti, che, visti sotto una luce più pura, appariranno semplicemente come parte integrante del proprio essere, quindi perfetti come qualunque cosa provenga dalla natura. Combattere i difetti equivale a recitare una parte che non ci appartiene, e non porterà giovamento né a noi stessi, né agli altri.
I veri difetti nascono quando non incarniamo la nostra vera natura, diventando causa di ulteriori distonie.
Se impareremo ad amare i nostri difetti, la nostra autostima crescerà positivamente e si verificherà, in maniera del tutto naturale, un processo di crescita personale, anch’esso non ricercato, ma semplicemente conseguente.
In quest’ottica, potremo finalmente disinteressarci dei cambiamenti che la società ci impone (figli dei condizionamenti), perché ci vedremo in un’ottica diversa. Solo in questo modo guadagneremo la serenità, tornando all’Età dell’Oro. ✹