Vivi Milano

RACCONTA LA SUA MILANO IN DIECI DOMANDE

- ◆ Gabriella Mancini

Il luogo del cuore

Il mercato di piazza Wagner, al chiuso. Ci vado da 20 anni, mi sento a casa. E la chiesa di San Pietro in Sala, il parroco don Domenico Storri, psicologo, è davvero in gamba, con l’associazio­ne Semprevivi aiuta ragazzi con disagi mentali.

Posti belli da vedere

Via Cappuccio. Al 13 c’è Casa Radice Fossati, palazzo nobiliare del XIII secolo. Al 5 il meraviglio­so Chiostro delle Umiliate nel verde.

Cosa vorresti (che non c’è)

Più piste ciclabili. Un po’ ci sono, ma andrebbero completate. Il problema è che la maggior parte di noi non vuole rinunciare all’auto, invece in città come Londra e Parigi tantissimi usano i mezzi. Il sogno? Una ciclabile delimitata sulla circonvall­azione della 90.

Cosa non ti piace.

Troppe auto sui marciapied­i, neanche a Roma. Mi piace immaginare corso Sempione come gli ChampsElys­ées, osservando­lo da piazza Firenze, si può allungare lo sguardo fino all’Arco della Pace, al Castello, ma purtroppo le auto deturpano la vista. Il momento goloso

La pasticceri­a Sugar, ottima per la colazione. La cena

La Pizza, in via Sarpi. Buonissima. Impasti con farine digeribili e bufala da urlo.

Il «tuo» negozio

Raw, arredament­o e interior design dell’architetto Paolo Badesco. Molto parigino, atmosfera del 900. Da vedere anche solo per farsi un giro.

Il rito della domenica

Il brunch da Cecco, col bel tempo si può pranzare fuori. E mi aspettano di notte dopo le «Iene».

Il tuo sport

Corro il sabato e la domenica presto, quando la città dorme. Dieci chilometri: Arco della Pace, doppio giro al Parco Sempione, poi Duomo, Scala, Quadrilate­ro e ritorno. Commovente.

Un pensiero libero

Chi l’avrebbe detto, 20 anni fa, che Milano sarebbe diventata una città con i turisti che arrivano in pullman? Tutto è possibile.

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