RACCONTA LA SUA MILANO IN DIECI DOMANDE
Il luogo del cuore Corso Buenos Aires, dove all’inizio condividevo un appartamento con mia cugina, non avevo soldi. Prima vivevo a Brescia, da mio fratello, che mi accompagnò in un’agenzia di modelle: a Milano è spiccata la mia carriera. Altri luoghi il Principe di Savoia e il Grand Hotel et de Milan, dove ho vissuto per lunghi periodi. Posti belli da vedere
Il Duomo e la Galleria. Ogni volta scopro una meraviglia. E mi piace l’atmosfera elegante, «armaniana». Forse perché Giorgio Armani e la sorella Roberta sono un punto di riferimento. Giorgio mi ha confezionato l’abito da sposa, poi i vestiti per i film, mi ha guidato e mi ha protetta: con il mio fisico sarebbe stato un attimo cadere nella volgarità con un look sbagliato. Che cosa vorresti (che non c’è)
Niente. Non ho mai cercato qua ciò che mi manca della Sicilia. Cosa non ti piace
La fretta newyorkese, il last minute: i milanesi non si godono bene la città. È inutile correre. Il momento goloso
Scelgo Cova, ma vado un po’ ovunque.
Il Dal pranzo Bolognese, mi piace mangiare, adoro la cotoletta alla milanese. La cena
Dal napoletano Gino Sorbillo Lievito Madre, dal siciliano Filippo La Mantia, ma amo anche un sushi al volo: a Milano è difficile mangiare male. Il «tuo» negozio
Amo i negozietti. Giro, non trovo mai un punto, sono una zingara in tutto. Il rito della domenica
Il brunch con gli amici mi piace da morire. In genere vado al Dabass, poi ci pensa mia nipote, che vive qua, a farmi conoscere posti nuovi. Un pensiero libero
Grazie Milano, la mia prima Hollywood. Sei la casa di tanti immigrati, hai detto di sì a tutti, anche a chi aveva voglia di lavorare per cambiar vita. Non è così scontato. ◆ Gabriella Mancini