DEPP VERSIONE BORGHESE
Dopo «Katie says goodbye», Wayne Roberts propone «Richard says goodbye», per noi «Arrivederci professore», con una sfumatura di ottimismo: arrivederci e non addio. Smessi i panni fantastici, da «Edward mani di forbice» alla «Fabbrica di cioccolato», il 56enne Depp, ex genio e sregolatezza, si presenta in versione borghese, sguardo di malinconia malandrina, completo di baffi barbetta, camicia, giacca, panciotto. È un professore universitario cui è stato diagnosticato un cancro in fase terminale e quindi vuole godersi il suo finale di partita come una vacanza dalla vita ufficiale in cui è stato legato. Eccolo in rapporti amichevoli con gli studenti cui espone una filosofia di vita che è godersela. Dalla sua parte c’è un matrimonio in crisi (la moglie lo tradisce col rettore) e una figlia che, confessando a cena di essere lesbica, è festeggiata dal papà che ha deciso di vivere e far vivere, e non più di galleggiare sulle convenzioni. Tutto bene, è una commedia in veste drammatica e un dramma iniettato di commedia per avere due pubblici, ma tutto è risaputo. Dieci minuti dopo l’inizio abbiamo capito tutto. Un film onestamente anonimo che fa parte di due filoni celebri: il gettonatissimo cancer movie e il film scolastico, mescolandoli come un incrocio tra un melò di Bette Davis («Tramonto») e «L’attimo fuggente». Una volta usciti è tutto dimenticato perché non c’è verità: è neon, non luce naturale.