Vivi Milano

CUCINA UNGHERESE E ARIA DI CASA

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Colpo di scena: un ristorante ungherese a Milano. Pezzo unico, che vale la pena di provare. Garante della fedeltà alle ricette d’origine è il proprietar­io, il monumental­e Attila Kiss, ungherese di Pécs: sorriso timido in cima a due metri d’altezza. Cucina Diremmo che è casalinga, se non fossimo in un territorio gastronomi­co distante centinaia di chilometri da casa nostra. Eppure, «casalinga» è l’aggettivo che meglio riassume la schietta fragranza rurale di questi piatti. Piatti di carne, ricchi di intingoli, spesso caratteriz­zati da affumicatu­re. Si parte idealmente dal vero gulyás (quello che noi chiamiamo goulash). Ma, attenzione, non è lo spezzatino che ci immaginiam­o. Bensì, una zuppa rossa di paprika, con verdure e bocconi di manzo. La servono in un tegamino sospeso sul fuoco di una candela. Gustoso e appagante anche il rakott krumpli: patate e uova, con salsiccia e panna acida. Meglio ancora il toltott kaposzta: polpette morbidissi­me (si sfaldano sotto la forchetta) di maiale e riso con crauti alla paprika e panna acida. Formaggi e salumi, dimenticab­ili, sono una mezza delusione. Ma nel complesso, Attila merita una votazione generosa, per la franchezza dei piatti e per la moderazion­e dei prezzi. Voto 7,5

Ambiente L’ingresso si affaccia sui desolanti portici di piazzale XXIV Maggio. Non fateci caso e salite i gradini che conducono alla saletta. Un luogo semplice, colorato dal piglio energico della bionda Agnese, anima del locale. Voto 6,5

Cantina Il minimo sindacale. Ma è interessan­te sperimenta­re le etichette ungheresi. Voto 6,5

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