ORSINI IL MAGNIFICO
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La prima volta lo affrontò nel 1992, primo allestimento in Italia, la seconda nel 2002. Ora Umberto Orsini, 85 splendidi anni, torna per la terza volta a uno degli spettacoli che più ha voluto e amato, quel «Nipote di Wittgenstein», di cui, ieri come oggi, Patrick Guinand cura adattamento e regia. Ricavato da uno dei più noti romanzi di Thomas Bernhard, è la rievocazione, da parte di un io narrante in cui facilmente si riconosce l’autore, della sua amicizia con Paul Wittgenstein, nipote reale o immaginario del celebre filosofo, conosciuto nel reparto psichiatrico dell’ospedale dove lo scrittore era in cura per problemi polmonari.
Parlando di Paul, dei suoi eccessi e delle sue stravaganze, il protagonista-autore racconta in realtà le proprie ossessioni e nevrosi in una summa delle tematiche dominanti in tutta la sua opera, narrativa e teatrale: l’odio per l’Austria, l’invettiva contro il teatro istituzionale, l’idiosincrasia per i premi letterari, il controverso rapporto con gli attori e con i medici, guardati con gli occhi sospettosi di un ipocondriaco di professione. Uno spietato, ma anche ironico, autoritratto, supportato dalla presenza efficiente e silenziosa di un’amica-governante interpretata da Elisabetta Piccolomini. «Qui non cerco di interpretare un personaggio, non “faccio Bernhard”», spiega Orsini. «Qui ho deciso di “essere Bernhard” e quindi, più che fare un personaggio, sono me stesso che parla con le parole di un autore grandissimo, che finirà comunque per prevaricarmi e quindi rappresentarsi». xIl nipote di Wittgenstein Piccolo
Teatro Grassi. Via Rovello 2. Tel. 02.42.41.18.89
Quando Dal 27 novembre al 22 dicembre. Merc. e ven. ore 20.30, giov., sab. e mart. ore 19.30, dom. ore 16 Prezzi 33/18 euro