Belle Époque tra arte e passione
Èfluid gender questo «Ritratto di un amore», film biografico e sentimentale, drammatico e storico sul contesto della Belle Époque, generi che l’autore Martin Provost mescola abilmente alternando umori, sedute di pittura e scene dionisiache di corse nudiste nella natura tra le ninfee care a Monet.
Si parla e sparla della vita, dei quadri e degli amori del pittore Pierre Bonnard (1867-1947), esposto nei musei di tutto il mondo, compreso quello a Le Cannet, luogo di elezione e ispirazione. Fu un talento post-impressionista, luci e colori personali, che a inizio Novecento, nella grande fioritura intellettuale francese, incontra Marthe: lei gli fa da modella un giorno, ci va a letto e resterà con lui tutta la vita. Marthe, umili origini e madre malata, lo vuole per sé, lo isola dalla vita mondana, litiga con la mitica pianista e musa dell’arte Misia Sert, d’origini sanpietroburghesi, gran protettrice, padrona di un salotto letterario vip e talent scout dell’epoca scapigliata di Ravel, Diaghilev, Debussy, Lautrec, poi Satie, Verlaine.
Alti e bassi in questa love story dove appare una ragazza che temporaneamente seduce il pittore, una storica sbandata, e se lo porta a Roma a vedere Caravaggio. Ma è un obbligo il ritorno da Martha che frattanto per disperazione pure lei ha in mano il pennello. È un’altalena tra ardori sessuali e ardori pittorici, giocando su una metafora non nuova ma rivissuta con gusto e quel citare artisti famosi che ti rende subito più colto.
C’è molta passione tra queste persone dotate di forti ego e forti crisi asmatiche, ma son poeti e saltimbanchi, vien perdonato tutto, come alle «Donne in amore» di Lawrence e Ken Russell. C’è nei 122 minuti una bella lite popolana isterica fra Martha e Misia, proprio nel fiume dove Monet dipinge le ultime ninfee, c’è il senso della devozione sia all’arte sia all’amore, sempre col dubbio su chi abbia la precedenza, senza dimenticare che nel frattempo scoppia anche una guerra mondiale. Il personaggio che conquista è la gelosissima Marthe, che diventa controvoglia una moglie casalinga quasi borghese (solo dopo aver tentato un ménage a tre con la bella Stacy Martin), grazie anche al fascinoso talento di Cécile de France, mentre Bonnard è ben reso da Vincent Macaigne.