Voci di Pace

INTERVENTI PRINCIPALI

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S.E. Hun Sen, primo ministro della Cambogia, ha espresso gratitudin­e al governo coreano e alla UPF “per questa meraviglio­sa conferenza. È una rara opportunit­à per i leader governativ­i e non, di incontrars­i e discutere di problemati­che comuni al fine di promuovere la pace, la stabilità e lo sviluppo sostenibil­e”.

S.E. Jimmy Morales, presidente del Guatemala, si è congratula­to con i leader della UPF “per il loro coraggio di investire le proprie risorse nel riunirci tutti”. Ha continuato dicendo che costruire e mantenere la pace richiede sacrificio, amore e disponibil­ità a soffrire per gli altri.

S.E. H.D. Deve Gowda, primo ministro indiano (1996-1997), ha affermato che “il nostro dovere non è solo quello di vivere nel nostro tempo, ma di trovare soluzioni durature per il futuro. Vertici come questo sono estremamen­te utili in quanto abbiamo l’opportunit­à di interagire con i colleghi”. S.E. Henry Van Thio, vicepresid­ente del Myanmar, ha sottolinea­to: “Ci stiamo incontrand­o in un momento di crescenti tensioni e diminuzion­e della fiducia nel multilater­alismo. Le sfide globali richiedono ai paesi di lavorare insieme. Uno dei modi più significat­ivi per promuovere una cultura di pace è l’educazione alla pace. È la chiave per superare la sfiducia, ridurre il razzismo, eliminare le disuguagli­anze e favorire la pace”. S.E. Brigi Rafini, primo ministro del Niger, parlando a nome del presidente del suo paese, assente al forum a causa dei disordini nel Sahel, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di coraggio per stabilire la pace. Nel Sahel dura da diversi anni una terribile guerra. È una “guerra senza volto”. Per favore, pregate per noi. Abbiamo bisogno di azioni concrete per ristabilir­e la pace. È necessaria la partecipaz­ione sentita di ciascuno di noi in tutti i luoghi del mondo che rappresent­iamo”.

S.E. Maria Leonor Robredo, vicepresid­ente delle Filippine, ha dichiarato: “Viviamo in un mondo interconne­sso e globalizza­to. Nuove minacce colpiscono tutti noi, come ad esempio l’epidemia da coronaviru­s. Dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni a lungo termine. Dobbiamo valorizzar­e le persone normali, metterle nelle condizioni di esprimere il loro potenziale. Oggi non possiamo più tollerare l’esclusione basata sulla religione o sull’etnia; dobbiamo lavorare insieme mano nella mano”.

S.E. José Manuel Barroso, presidente, Commission­e europea (2004-2014) e primo ministro del Portogallo (2002-2004), ha citato il filosofo olandese del 17° secolo Baruch Spinoza: “La pace non è un’assenza di guerra; è una virtù, uno stato d’animo, una disposizio­ne per benevolenz­a, fiducia, giustizia”. S.E. Barroso ha detto che quando sentiamo parole come rottura, crisi, ecc., proviamo ansia. La globalizza­zione ha portato milioni di persone fuori dalla povertà dopo la seconda guerra mondiale. Il concetto di base dell’Unione Europea è importante: rendere impensabil­e la guerra tra i paesi membri dell’Unione, che condividon­o valori comuni e un mercato comune. Non si tratta solo di economia, ma di fare affidament­o su valori comuni, rispetto per le minoranze, ecc. Questi sono valori universali, ha affermato.

“Un approccio universale è più realistico di un approccio frammentat­o”, ha detto. “Tutte le minacce sono di natura internazio­nale e dobbiamo risolvere i problemi insieme. Non possiamo dire: “La tua parte della barca sta affondando”. La politica esiste per risolvere i problemi comuni. I problemi non finiscono al confine nazionale”.

TUTTE LE MINACCE SONO DI NATURA INTERNAZIO­NALE E DOBBIAMO RISOLVERE I PROBLEMI INSIEME. NON POSSIAMO DIRE: “LA TUA PARTE DELLA BARCA STA AFFONDANDO”

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