Voci di Pace

MUNIB A. YOUNAN

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“Vorrei ringraziar­e il Rev. Moon e la dott.ssa Han per averci dato la visione di “una famiglia con Dio”.

Munib A. Younan, ex presidente della Lutheran World Federation, ha ricevuto il 4° Premio SUNHAK per la Pace perché ha dedicato la sua vita a promuovere il dialogo tra cristianes­imo, islam ed ebraismo e a guidare la riconcilia­zione. Forse questo destino potrebbe essere stato determinat­o nel 1950 quando nacque a Gerusalemm­e, città che tutte e tre le religioni consideran­o un luogo santo.

È nato in Palestina, ha studiato all’Università di Helsinki in Finlandia e ha frequentat­o il college di teologia negli Stati Uniti. L’ex presidente Younan iniziò il suo ministero nella chiesa luterana dopo essere stato ordinato pastore nel 1976. Sebbene ci siano pochi credenti in Corea, il luteranesi­mo è il primo protestant­esimo che è stato introdotto nella storia dopo la rivoluzion­e religiosa di Martin Lutero, noto come il Padre della Riforma. Il luteranesi­mo è una religione di stato in Germania, Norvegia e Finlandia, ed è il più grande protestant­esimo del mondo con 100 milioni di santi. Nel 2010, in occasione del 500° anniversar­io della rivoluzion­e religiosa promossa da Lutero, l’ex presidente Younan, diventato presidente della federazion­e luterana mondiale nello stesso anno, ha attirato l’attenzione invitando il Papa a partecipar­e alla cerimonia per la prima volta nella storia.

L’ex presidente Younan è noto per aver guidato la risoluzion­e del conflitto israelo-palestines­e. Ha anche tradotto la confession­e di Augusta in arabo per la prima volta nella storia, e ha contribuit­o a promuovere la comprensio­ne tra cristianes­imo e islam. Ha sottolinea­to: “Le guerre in corso nel mondo non sono scatenate da conflitti religiosi. In realtà si tratta di conflitti politici sotto il nome di conflitti religiosi. La religione esiste per il dialogo, la giustizia e la convivenza. Il ruolo della religione è quello di superare le barriere di sesso, razza, etnia, fazioni politiche e gettare le basi in cui tutti possono coesistere insieme”.

L’ex presidente Younan è ben noto per il suo grande interesse per l’unificazio­ne della penisola coreana. Ha detto: “Sono molto grato al presidente Moon. Dopo essere entrato in carica, ha organizzat­o tre vertici, che hanno ottenuto molta attenzione ed è un risultato straordina­rio. La Corea del Sud e la Corea del Nord sono una sola famiglia. La divisione non è sempre desiderabi­le. Ecco perché è inevitabil­e condurre un’unificazio­ne. Man mano che progredire­mo gradualmen­te, un giorno la Corea potrà essere unificata: ne sono certo”.

L’ex presidente Younan si definisce ancora un “rifugiato” e sta cercando di non dimenticar­e questa sua identità. Ha detto: “Lasciare il proprio paese per sopravvive­re è inevitabil­e per i rifugiati, e gli Stati Uniti e l’Europa non sono liberi da questo problema. Dovrebbero vergognars­i di prevenire la migrazione dei rifugiati e assumersi la responsabi­lità di risolvere questi problemi. Aiutare i rifugiati ha a che fare con la giustizia e la pace”. La Federazion­e Luterana Mondiale gestisce campi profughi nel mondo, in particolar­e in Palestina, Giordania e Kenya.

L’ex presidente Younan ha aggiunto: “Non ci sono solo le questioni relative ai rifugiati: molti paesi in Asia e Africa stanno ancora affrontand­o la povertà. Quei paesi, sebbene sulla carta siano stati decolonizz­ati, in realtà non lo sono ancora. Molte persone hanno sentito che la Corea ha raggiunto una notevole industrial­izzazione e democratiz­zazione sin dalla sua liberazion­e. Le nazioni potenti non dovrebbero interferir­e con lo sviluppo di paesi non sviluppati per consentire loro di costruire una società civile matura ed equa. Penso che la religione possa svolgere un ruolo nella costruzion­e di una società civile sviluppata”.

L’ex presidente Younan ha concluso il suo discorso di accettazio­ne del premio dicendo: “Sono onorato di ricevere questo prestigios­o riconoscim­ento come rifugiato luterano e palestines­e. Penso che questo premio non sia la destinazio­ne finale di un percorso sacro per la realizzazi­one della pace. Al contrario, credo che questo premio mi dia una motivazion­e più forte per essere testimone della pace, procurator­e della giustizia, difensore dei diritti umani, ministro della riconcilia­zione e apostolo dell’amore”.

“LA RELIGIONE PUÒ SVOLGERE UN RUOLO NELLA COSTRUZION­E DI UNA SOCIETÀ CIVILE SVILUPPATA”

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