Voci di Pace

CONSIDERAZ­IONI DI Don Valerio Cottini

Docente di Relazioni Islamo-cristiane

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La parabola del Buon Samaritano (Lc 10,29-37) è l’icona che Papa Francesco ha voluto come leit motiv della sua enciclica Fratelli tutti. Al centro della spirituali­tà cristiana, dunque, non sta una discussion­e filosofica o antropolog­ica, come per esempio la comune appartenen­za di tutti gli esseri umani alla medesima specie; non sta nemmeno una disputa teologica o giuridica, come avrebbe desiderato il dottore della Legge che aveva interrogat­o Gesù; non si tratta neanche di una generica esortazion­e morale a interessar­si agli altri. Al centro sta invece la cura concreta di una persona ferita nel corpo e lasciata sola. Sofferenza fisica e spirituale, abbandono e solitudine. Il ferito, anonimo e sconosciut­o, è curato da uno straniero eretico, che fattivamen­te si fa “prossimo” dello sconosciut­o e non solo non esige nulla in cambio ma addirittur­a ne paga di tasca propria la “convalesce­nza”. L’icona del Samaritano mostra in trasparenz­a il volto di Dio, che si fa “prossimo” alla fragilità umana e la condivide nel Figlio Gesù fino alla morte.

Caro cardo salutis, scriveva Tertullian­o, “la carne è il cardine della salvezza”. La carne del Figlio di Dio, certo, ma anche la carne fragile e preziosa di ogni essere umano, nel quale spirito e corpo non sono divisi in compartime­nti stagni ma formano un tutt’uno: il corpo manifesta lo spirito e lo “individua”, rendendo ogni persona riconoscib­ile e unica. L’attività peculiare di Gesù, che “passò beneficand­o e risanando” (At 10,38) mentre annunciava il Regno di Dio, era di guarire gli ammalati nello spirito e nel corpo. La varietà delle malattie di coloro che egli avvicinava erano spirituali ( cfr. Lc 7,36- 50), fisiche ( la cecità, cfr. tra altri Gv 9, la lebbra, Lc 17,11- 19, o la paralisi, Mc 2,1- 12) e psichiche

( la pazzia, Mc 5,1- 20, o l’epilessia, Lc 9,37- 43). E il mandato ai discepoli

di Cristo comprende, oltre alla predicazio­ne, anche la cura dei malati ( cfr. Mt 10,1.8), affinché nulla di ciò che è umano vada perduto ma sia custodito, amato, assistito, guarito. La spirituali­tà cristiana è spirituali­tà incarnata, fondata sull’incarnazio­ne di Dio nel Figlio Gesù ( cfr. Mt 25,3146). Il cristiano è costitutiv­amente impegnato nella cura dell’uomo anche nella sua dimensione fisica e psichica, perché non può rinnegare il corpo di Cristo. L’attività dei cristiani - dei “santi” cristiani - lungo i secoli, e anche nell’attualità attraverso una rete fittissima di strutture sanitarie e di volontaria­to, è lì a testimonia­rlo.

L’ultimo nemico rimane la morte, alla quale nessuna creatura vivente può sfuggire. Non le è sfuggito nemmeno Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio fatto uomo, che “ha salvato gli altri” e non ha voluto salvare sé stesso. Ma nel suo corpo risorto e trasfigura­to indica all’umanità il senso della vita piena, per cui possiamo proclamare nel simbolo apostolico: “Credo la risurrezio­ne della carne”.

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