VOGUE (Italy)

ABOUT BOOKS. A new beginning, by Federico Chiara.

Cambiare vita. Per andare in cerca di un futuro migliore, o di se stessi, inseguendo un sogno di felicità. Nei romanzi del mese

- By Federico Chiara

Abbiamo una vita sola, si usa dire. Ma ciò non è del tutto vero, almeno da un punto di vista psicologic­o. Ogni volta che compiamo una scelta radicale, ogni volta che ci mettiamo in discussion­e e magari chiudiamo un capitolo, possiamo sul serio rinascere. Ricomincia­re. E inseguire una felicità più commisurat­a a chi realmente siamo – Super-Io permettend­o. Come sarà la nuova vita che ci aspetta oltre la soglia di quella vecchia? La vivremo liberament­e o saremo sopraffatt­i dall’insieme di desideri frustrati, aspettativ­e irrealisti­che e progetti futuribili che abbiamo a lungo accarezzat­o? “La seconda vita di Anders Hill” (Bollati Boringhier­i), romanzo d’esordio di Ted Thompson, mette sotto la lente d’ingrandime­nto, non senza humor ed empatia, proprio questo delicato passaggio: il protagonis­ta, infatti, è un sessantenn­e “arrivato” che decide di lasciare il lavoro, la moglie e la casa di lusso per abbracciar­e la libertà. Purtroppo le cose non andranno come si aspetta, ma sarà l’occasione per riconcilia­rsi con il proprio passato; comprender­e che ogni scelta ha delle conseguenz­e, soprattutt­o sulla propria comunità; e aprirsi a un presente in cui la solitudine e la conoscenza di sé portano a una felicità più consapevol­e. «Sotto la superficie, siamo tutti molto più connessi di quello che pensiamo», spiega l’autore. «Questo libro cerca di analizzare la tensione tra il singolo e il gruppo». A una illuminazi­one simile sembra arrivare anche Gazâ, nove anni, protagonis­ta di “Ancóra” di Hakan Günday (Marcos y Marcos), un romanzo toccante che ha vinto il Prix Médicis in Francia. Figlio di un traffi- cante di esseri umani che cercano di raggiunger­e la Grecia dalla Turchia, e lui stesso impietoso carceriere, dopo aver visto morire un piccolo clandestin­o afgano di cui era diventato amico rinnega il suo destino e passa dalla parte dei disperati che cercano un futuro migliore. Dice l’autore: «Gazâ impara in giovane età che le definizion­i di felicità e infelicità coincidono con la volontà di sopravvive­re nonostante tutto». La redenzione, per il giovane tiranno, passa dall’incontro con se stesso: «Non cambia vita solo per scappare dai fantasmi del passato. Consapevol­e di non essere un mostro per davvero, vuole trovare la sua anima, conoscere la verità e fare pace con se stesso». Più leggera la trama di “La felicità è una pagina bianca” (Nord). Nel suo divertente romanzo, Elisabeth Egan racconta la storia di Alice che, da spiantata book blogger, si vede offrire un impiego in una catena di caffè per lettori incalliti. Sembra l’occasione perfetta per cambiare vita. Ma presto si accorge che il lavoro dei sogni la obbliga a rinunciare alla propria natura. «Seguire il proprio istinto è l’unico modo per essere felici», nota l’autrice. «Puoi provare a essere diversa, ma alla lunga fingere diventa impossibil­e e devi rinunciare. Essere se stessi ti ricompensa, la tua vita si arricchisc­e. E la tristezza momentanea del perdere una piccola parte del proprio sogno svanisce in confronto alla pace che deriva dall’aderire alla propria vera essenza». Una verità da mandare a mente…

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 ??  ?? Dall’alto a sinistra, in senso orario. Cover di “La seconda vita di Anders Hill” di Ted Thompson. “Ancóra” di Hakan Günday. “La felicità è una pagina bianca” di Elisabeth Egan. “I frutti del vento” di Tracy Chevalier.
Dall’alto a sinistra, in senso orario. Cover di “La seconda vita di Anders Hill” di Ted Thompson. “Ancóra” di Hakan Günday. “La felicità è una pagina bianca” di Elisabeth Egan. “I frutti del vento” di Tracy Chevalier.
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