ALL MAD ABOUT. Garden bliss, by Barbara Amadasi.
Giardini reali e giardini immaginati. Luoghi di gioia, di pace, di bellezza. Li raccontano arte, fotografia e letteratura
Il Giardino dell’Eden riassume in un unico mito la gioia, la pace del luogo chiuso, la nostalgia che il giardino sa infondere agli uomini. La sua storia è la storia dell’umanità, ne racconta la cultura, i desideri, le utopie. Giardini reali e immaginati hanno ispirato il lavoro di fotografi, scrittori, artisti, che nelle loro opere ne hanno restituito il senso. «Il giardino riflette la natura profonda di colui che lo crea, della civiltà che lo genera. Ci parla della felicità. Ci parla di noi. Il giardino è uno specchio», scrive Évelyne Bloch-Dano in “Giardini di carta” (Add editore), libro che ne traccia il racconto nella letteratura francese. Un percorso affascinante attraverso le pagine dei romanzi, dove gli scrittori fondono sentimenti privati e ideale letterario. I giardini sono luogo dei ricordi d’infanzia per Proust, di contemplazione per George Sand, di educazione sociale per Gide, di rinascita per Colette. La mostra “Painting the modern garden”, alla Royal Academy of Arts di Londra, svela poi il verde nell’immaginario dei pittori. Capolavori impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie novecentesche, da Monet a Matisse, passando per Paul Klee, Klimt, Kandinsky, per i quali il giardi- no è luogo per sperimentare gli effetti della luce, quieto rifugio, o simbolo di un paradiso personale. Sono suggestivi come dipinti gli alberi della fotografa svizzera Irene Kung, ora raccolti nel libro “Trees” (Contrasto) e nella mostra “Les Racines du Ciel”, a Saanen. Il suo sguardo ci conduce in una dimensione poetica, onirica, sospesa nel tempo, in un autentico giardino delle meraviglie. Ulivi, cactus, alberi da frutto, simboli di fertilità e di vita, sono colti nella loro essenza: «Tolgo ciò che non è essenziale per far vedere l’albero com’è, come lo sento», spiega la Kung, che con i suoi soggetti costruisce un rapporto intimo, empatico. Se invece “Paradise Found” di Clive Nichols (teNeues) è un viaggio fotografico attraverso i più bei giardini del mondo, “Histoire des Jardins” di Philippe Prévôt (Ulmer) traccia un percorso in quest’arte, dai mitici giardini di Babilonia a quelli islamici, fino ai muri vegetali di Patrick Blanc.