FACE TO FACE. Tavola calma, by Roberto Croci.
Più è bizzarra e più piace. Michael Pollan la dieta la preferisce però senza eccessi. È tutta e solo una questione di equilibrio e felicità. Perché di salute ne abbiamo una
Eat food. Not too much. Mostly plants. «Sette parole che possono cambiare la tua vita. Una risposta semplice a una delle domande più complesse sull’alimentazione di noi umani. In breve, ciò che dovresti mangiare se vuoi essere fisicamente e mentalmente sano». Inizia così l’intervista a Michael Pollan, reporter, scrittore e docente di giornalismo a Berkeley, nonché implacabile critico delle malsane abitudini alimentari dei connazionali statunitensi. «Eat food. Non mangiare niente che la tua bisnonna non riconoscerebbe come commestibile. Da evitare assolutamente tutti i prodotti lavorati industrial- mente, soprattutto quelli che proclamano di giovare alla salute. Le corsie centrali dei supermercati ne sono piene. Alimenti come frutta e verdura sono silenziosi e fanno benissimo». Quando è possibile Pollan consiglia inoltre di fare la spesa al mercato e «se te lo puoi permettere, mangia biologico». Lo scrittore ribadisce questi concetti da anni, sia nei suoi libri – “In difesa del cibo”, “Il dilemma dell’onnivo- ro”, “La botanica del desiderio”, “Cotto” – sia ora nel documentario “In difesa del cibo”, in onda sul canale tv americano PBS. «Not too much. Mangiare meno è un consiglio poco apprezzato da molti, anche se è scientificamente provato che una dieta sana e ipocalorica rallenta l’invecchiamento. Molti ricercatori, tra cui Walter Willett, epidemiologo di Harvard, hanno dimostrato una connessione tra dieta e prevenzione del cancro. Bisogna promuovere socialmente la moderazione: un esempio da seguire ce lo forniscono gli abitanti di Okinawa, che mangiano finché si sentono sazi all’80%; per loro il cibo è una medicina». Altro tema che sta a cuore a Pollan è la diversificazione. «Più la dieta è onnivora, meglio si coprono più basi nutrizionali e si ingeriscono meno prodotti chimici». Anche la corretta associazione degli alimenti influisce sulla loro assimilazione. «Per esempio, bere caffè mangiando una bistecca limita l’assorbimento di ferro; un rametto di timo aiuta la produzione di enzimi e facilita la digestione». Mostly plants: mangiare verdure, soprattutto le foglie. «Numerosi sono gli studi sul perché le verdure ricche di antiossidanti, fibre o Omega 3 fanno bene alla salute. Tutti sono d’accordo che una dieta a base di verdure è meno calorica. I vegetariani sono più sani dei carnivori, ma i flexitarians – quelli che occasionalmente mangiano carne o pesce – sono altrettanto sani». Un suggerimento? «Mangiare come gli europei: porzioni uniche, più piccole, nessuno snack durante la giornata e soprattutto seduti a tavola, con amici o in famiglia (gli americani dedicano al pasto ventidue minuti, contro i cinquantacinque minimo degli europei, nda)». Ultimo consiglio: «Ogni tanto, uno strappo alla regola». In arrivo questo mese su Netflix, firmato Pollan e prodotto da Alex Gibney, il documentario “Cooked”: quattro puntate, incentrate su terra, fuoco, aria, acqua, che dall’Australia al Perù, al Connecticut, esplorano altrettanti modi di preparare il cibo.