ON STAGE. Comedians, by Zoraide Cremonini.
Riletture dei classici, divagando tra comico e autobiografia. In scena i vizi e le virtù di un’umanità che ci fa ancora sorridere
Secondo il filosofo francese HenriLouis Bergson, il riso anestetizza momentaneamente il cuore. Con il cuore in pausa e la mente solleticata dalla comicità, ci godiamo la messa in scena della nostra vita. Tutti d’accordo, da Platone a Kant, fino a Freud, nel dire che ridere è necessario, ma far ridere è una faccenda seria, soprattutto se fatta con consapevolezza. Lo sa bene Alessandro Fullin, il mattatore di “La Divina”, rilettura in chiave camp della “Divina Commedia”. Quando Dante viene a sapere che Papa Ratzinger ha annunciato al mondo che il Purgatorio non esiste più, si precipita di nuovo nell’oltretomba per dipanare la spinosa questione e riscrivere il suo capolavoro. Ma dove mettere ora gli invidiosi, gli iracondi gli accidiosi? Dubbi e tormenti assillano il Vate che getta nella stessa bolgia Paolo Malatesta e gli Abba, Farinata degli Uberti e Liz Taylor. «E tra gli eretici ecco i Testimoni di Geova! Per loro ci vorrebbe un nuovo comandamento: “Non desiderare di suonare i campanelli altrui”», tuona Dante-Fullin tra demoni e cherubini, fiumi infernali e rinfrescanti panchine. È una disincantata analisi della società e dei rapporti tra i due sessi “Sono nata il ventitré”, di e con Teresa Mannino che, tra spunti autobiografici e coinvolgenti scambi di battute col pubblico, spiega come mutino le dinamiche del tradimento maschile e femminile partendo da Odisseo, il fedifrago per eccellenza alle prese con una disillusa Penelope. «Il linguaggio comico è penetrante», dice Mannino, «ti permette di stabilire un legame energico con le persone ed è quello che mi interessa di più». Una mappatura emotiva dell’Italia è “Voi siete qui”, in cui Paola Minaccioni dà vita a una vetrina di personaggi comici, grotteschi, cinici, attuali: la signora Wanda, Katinka la romena, la “donna che ama troppo”. «È il mio primo “one woman show”, finalmente gioco con la mia carriera, in una successione di cambi d’abito in scena per non perdere mai il contatto con la platea» (12/2 al Teatro Comunale di Cervia; 13/2 al Teatro CorTe, a Coriano - Rn; corianoteatro.it). Puntano sulla coppia anche altri due show: in “Attente al lupo” (fino al 14/2, Teatro Parenti, Milano; teatrofrancoparenti.it), Maria Cassi s’ispira al Vecchio Testamento per narrare in un divertissement di parole e musica la storia della differenza ancestrale tra uomo e donna. Da Adamo ed Eva a oggi, con mariti svagati e mogli acrobate che si muovono abilmente nel “circo della vita”. «Mi piace guardare l’umanità; osservarla da un punto di vista comico, curioso, con la capacità di stupirmi come fanno i bambini». Il secondo spettacolo è “Il neurone innamorato. L’amore è un apostrofo rosa tra l’ipotalamo e la corteccia prefrontale”, un curioso mix di conferenza scientifica, episodi di vita reale e parossismi da cabaret che smaschera i cliché romantici sull’amore. Che cosa fa palpitare, innamorare, tradire, soffrire? I professori Leonardo Manera e Diego Parassole spiegano che le coppie transitano da una gaia anestesia mentale (innamoramento) a un noioso assestamento (matrimonio), dando vita a tutti i “lui” e le “lei” in cui non si può fare a meno di identificar si (14-15/2 al Teatro Manzoni, Milano; teatromanzoni.it).