Style/Il Personaggio
Figlio di diplomatici, ROY LUWOLT è cresciuto in 45 paesi: insomma, non è tipo da shock culturali. E ora che si appresta a rilanciare una storica maison ha le idee chiare: tutto comincia con un trasloco.
IL MIO LUSSO SQUISITO,
Cita “Basic Instinct” Roy Luwolt, da dicembre Ceo di Emanuel Ungaro; e le grandi produzioni hollywoodiane, il red carpet e la sua amica Linda Evangelista. È a un’epoca di splendore della storica maison, quando ci si vestiva per essere belli, che oggi sta guardando Luwolt. Mentre da un lato l’azienda ha intrapreso una ristrutturazione riportando in house la produzione e affidando a Marco Colagrossi la direzione creativa, dall’altro scommette sul tocco da Mida dello stratega che dal nulla ha creato, in quattro anni e in un mercato saturo, il successo senza precedenti delle calzature Malone Souliers. Con il giovane marchio inglese, Ungaro aveva già una partnership per il footwear e gli accessori in pelle, quando è poi giunta la nomina di Luwolt. «Il mio format per il mercato del lusso è un prodotto di squisita manifattura che non mandi la gente in bancarotta. Bisogna lavorare su qualità e prezzo». È la ricetta di Luwolt, che ha un passato da venture capitalist e parla la lingua del marketing condita d’affettazione, eredità di un’educazione maturata in 45 Paesi diversi, al seguito di genitori diplomatici. «Vedere, a dieci anni, tua madre negoziare con il segretario dell’Onu, il presidente americano o i ministri africani porta ad apprezzare le idiosincrasie e a sviluppare un’empatia che esclude ogni shock culturale». Luwolt ha scelto Londra come cuore pulsante del rilancio, «per dare al brand l’opportunità di rivivere in una realtà dinamica e vivace». Sarà presentata lì, questo mese, la collezione Emanuel Ungaro Paris by Malone Souliers A/I 2018. «C’è una storia che non va dissipata; ma bisogna adeguare l’heritage alla consumatrice di oggi, che usa Instagram, Snapchat ed è la nipote della donna che sceglieva Emanuel Ungaro». •