FOOL’S PARADISE,
Questo mese, tre racconti d’autore dedicati alla copertina di Vogue Italia. Azzurro dell’acqua, azzurro dell’aria. E lei proprio tra i due, rossa sugli scogli bianchi come una goccia di sangue che gli anni abbiano solidificato. Vi mettevo finalmente piede, borsa in spalla, mentre la barca spariva verso il continente in un ribollire di schiuma, motori al massimo, come se temessero i sortilegi di una sirena. Lì eravamo a casa loro.
La sera calava sulla piramide invertita del tetto scala. Era da “Il disprezzo”, Moravia rivisto da Godard, che sognavo la Villa Malaparte? Ma per quale oscura ragione il film ne faceva il teatro di un disastro sentimentale? La perversione di Godard: scegliere un paradiso di luce per farvi calare la notte. Arx tarpeia Capitoli proxima. La rupe Tarpea è prossima al Campidoglio. Dalla gloria all’abisso. Dall’amore al disprezzo. Ero venuto sull’isola per dimenticare una disgrazia viaggiando nel passato. Il mio mezzo? Nero Idolo, come lo chiamavano gli adoratori. Nero, e nascosto. Per ritrovarne la traccia avevo dovuto seguire il filo di una strana pista: il direttore di un museo, uno specialista di squali e una escort birmana mi avevano condotto lì al prezzo di numerosi enigmi destinati ad allontanare gli importuni. Era una sorta di club, di confraternita per mo- derni Lotofagi, altrimenti detti cercatori di oblio.
Un colosso in tunica africana mi sfilò la borsa e i vestiti. Nudo, accarezzato dagli ultimi fuochi del sole che s’inabissava, sfera scarlatta, nei flutti arrossati dal suo bruciore, m’inerpicai sui livelli di quel tetto che mi conduceva verso il mio paradiso perduto e ritrovato. Nero Idolo: avevo tanto bevuto dalle tue labbra, tanto amato le tue carezze sofisticate e barbare, e ne volevo altre. Immergermi di nuovo nella tua munificenza, nella tua vista superiore, fare l’amore con le tue visioni per dimenticare il dolore.
La tua festa aveva stile, Nero Idolo. Su quella terrazza posseduta dalla notte, dove la Bardot prende- va il sole con il culo scoperto nel 1967, le pelli si offrivano ormai alla luna, le chiome alle comete. Ovunque corpi stesi, aggrovigliati a tratti, ma sempre pervasi dal tuo succo, dai tuoi profumi, dalle tue potenze, e dall’ebrezza meravigliosa ma irreversibile che prodigavi, Nero Idolo.
Al ritorno mi sono steso, nudo sulle lastre ancora bollenti, gli occhi nella notte tirrena spruzzata di stelle. E nel fragore delle onde che agonizzavano e resuscitavano in continuazione sulle scogliere taglienti, ho aperto le labbra alla tua fonte di giovinezza, Nero Idolo. Via il disprezzo, ecco finalmente l’oblio. Cacciavo il drago nel territorio della sirena. • *Francese, 43 anni, è vicedirettore del magazine Le Point e autore di sei romanzi, tra cui In Birmania (Cairo), che ha vinto il Prix Interallié 2007, e Immersione (Bompiani), vincitore del Grand Prix du roman de l’académie française 2013 e del prix Renaudot des lycéens. Il suo ultimo romanzo è uscito in Italia in giugno con il titolo Credere al meraviglioso (Bompiani).