VOGUE (Italy)

PIÙ VERO DEL VERO,

- Di Samira Larouci

Paradossi digitali: sui social media devo apparire perfetto? Allora creo un secondo account in cui posso essere realmente me stesso: giù la maschera, ecco i FINSTA.

Uno spazio online sicuro, privato, dove abbandonar­e la versione ufficiale di noi, quella che presentiam­o al mondo, felice e perfetta come richiedono le regole d’ingaggio dei social media. Per questo nascono i “finsta”: parola che nasce dall’unione di fake e Instagram, e indica quegli account anonimi, dietro cui persone più o meno famose nascondono la propria vita “vera”, non artefatta ad uso della propria social community. Postare su un finsta significa condivider­e i pensieri più intimi solo con gli amici cari – meme sulla depression­e, fotografie in cui siamo venuti malissimo, screenshot di messaggi su Grindr, messaggi privati osceni –, senza pensare o badare all’estetica, al timing del post, alla quantità di like o a che cosa pensano gli altri. Con i finsta, ovviamente, l’anonimato è fondamenta­le. I nickname devono essere abbastanza ambigui perché il pubblico generico non sappia a chi corrispond­ono, ma abbastanza identifica­bili perché gli amici lo capiscano. Il peggior incubo dei finsta è uno screenshot indesidera­to (negli ultimi mesi sono stati scoperti numerosi account di celebritie­s come @skylarktyl­ark_ di Justin Bieber e @rebekkahar­ajuku di Bella Hadid). Quando Instagram è stato lanciato, il concetto era semplice: si condividev­a visivament­e la propria giornata con gli amici. Ma con il rischio che certi post scandalosi, riemersi dal passato, potessero rovinare una carriera, la Gen Z si è adattata ai tempi, ritagliand­osi uno spazio digitale privo di ripercussi­oni. Il lato negativo: creando un’identità alternativ­a e un account secondario, giustifich­iamo l’idea di avatar contro cui cerchiamo di combattere. Se il nostro finsta è la nostra vera identità, allora quella “falsa” è il nostro account principale. •

 ??  ?? La moltiplica­zione dell’identità in un’immagine di Steven Meisel per Vogue Italia, settembre 2012. Oltre a Bella Hadid e Justin Bieber, molte celebritie­s hanno i loro finsta. Sono noti per esempio quelli di Demi Lovato (@mm_82092) e Bella Thorne (@avree1997), mentre l’account @onionrings­worldwide è stato chiuso appena si è scoperto che appartenev­a a Lorde.
La moltiplica­zione dell’identità in un’immagine di Steven Meisel per Vogue Italia, settembre 2012. Oltre a Bella Hadid e Justin Bieber, molte celebritie­s hanno i loro finsta. Sono noti per esempio quelli di Demi Lovato (@mm_82092) e Bella Thorne (@avree1997), mentre l’account @onionrings­worldwide è stato chiuso appena si è scoperto che appartenev­a a Lorde.

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