VOGUE (Italy)

LE STANZE IN CIELO,

Prendete un edificio, aggiungete ritratti, personaggi e dettagli surreali: avrete le CASE VOLANTI di Laurent Chéhère. Visioni racchiuse in un libro in uscita.

- Di Lella Scalia

Vecchie facciate, insegne, finestre, interni di vita ricomposti in immagini contaminat­e da Miyazaki e Fellini, il poster di un film di Hitchcock, il viso di Romy Schneider... Sono le case sospese nell’etere del fotografo Laurent Chéhère, tessere di vita staccate dalle vie di Parigi e trasformat­e – con dettagliat­issimi fotomontag­gi che assemblano più elementi – in fotografie surreali. Un work in progress iniziato dieci anni fa, ora raccolto in un volume in uscita per Kehrer Verlag. Nei suoi scatti c’è molto cinema. Perché? Fotografia e cinema sono la finestra sull’universo che possiamo decidere di aprire o no. Henry Langlois, fondatore della Cinémathèq­ue di Parigi diceva: «L’uomo ha giocato con le ombre, con bambole animate, con se stesso, usando pennello e colori. Aspettava, sperava nell’immagine cinematogr­afica che gli permettess­e di captare il tempo, fermarlo, fissarlo, prolungarl­o, vincerlo». Come sceglie i suoi soggetti?

Mi interessan­o i dettagli, le combinazio­ni, gli interstizi delle facciate. Le grandi avenue mi annoiano, sono ripetitive, senza fine, non hanno talento. Preferisco le piccole vie, i quartieri come Pigalle, Belleville e Ménilmonta­nt dove vivo. Questi quartieri popolari sono la mia aire de jeux. A ogni angolo di queste Babele contempora­nee si offre un odore, un profumo, una spezia, un accento, quasi un invito a partire. È qui che ho scoperto la passione per il viaggio, le persone e le storie del mondo. All’inizio fotografav­o un immobile per vedere cosa mi raccontass­e. Poi questi racconti non mi bastavano più. Così ho deciso di “costruire” case partendo da altre, aggiungere scene d’interni, dettagli, personaggi. Che cos’è per lei il paradiso?

È la felicità, ed è adesso. •

 ??  ?? Un’immagine da Flying Houses (Kehrer Verlag). Laurent Chéhère, classe 1971, si definisce un «parigino innamorato della sua città, di fotografia, cinema, architettu­ra, persone, idee, mia moglie i miei figli e il clafoutis». I suoi scatti raccontano il mondo e sono stati esposti a ParisPhoto, The Fence Festival di New York, al Phnom Penh Photo Festival.Dal 15/11 a fine 2018 la Galerie Persiehl & Heine di Amburgo gli dedica una retrospett­iva.
Un’immagine da Flying Houses (Kehrer Verlag). Laurent Chéhère, classe 1971, si definisce un «parigino innamorato della sua città, di fotografia, cinema, architettu­ra, persone, idee, mia moglie i miei figli e il clafoutis». I suoi scatti raccontano il mondo e sono stati esposti a ParisPhoto, The Fence Festival di New York, al Phnom Penh Photo Festival.Dal 15/11 a fine 2018 la Galerie Persiehl & Heine di Amburgo gli dedica una retrospett­iva.

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