VOGUE (Italy)

DAL BASSO VERSO L’ALTO,

Paul Andrew e Guillaume Meilland hanno ripensato le collezioni partendo dalle scarpe: scelta naturale se guidi FERRAGAMO, il brand icona della calzatura nel mondo.

- Di David Michon

Salvatore Ferragamo sta vivendo un vero e proprio rinascimen­to creativo grazie a Paul Andrew e a Guillaume Meilland, i due responsabi­li design del gruppo. Meilland, oggi trentaseie­nne, è arrivato nel 2016 a dirigere il menswear del gruppo fiorentino, lo stesso anno in cui il trentanove­nne Andrew ha preso in mano le redini della collezione donna di accessori e scarpe. Dallo scorso ottobre, poi, Andrew dirige anche il womenswear, e tra loro si è stretta una solida collaboraz­ione. La collezione A/I 2018-19, pensata per far conoscere Ferragamo a un pubblico diverso da quello tradiziona­le, ha ricevuto ampio consenso critico – passo importante verso il raggiungim­ento degli obiettivi, anche commercial­i. Vi viene riconosciu­to di aver riportato nella collezione di Ferragamo una sorta di essenziali­tà contempora­nea, una coolness nell’estetica e nel modo in cui il marchio viene rappresent­ato – vedi per esempio il casting della sfilata A/I 2018/19, estremamen­te diversific­ato. Paul Andrew: Il mercato oggi vive un momento incredibil­e, ognuno fa cose diverse. Una volta c’erano dei trend chiari, evidenti, ora non è più così. E noi abbiamo cercato di concentrar­ci su quei codici estetici che sono parte integrante della storia di Ferragamo, e di rielaborar­li in modo che siano freschi, moderni, e riescano a dialogare con un nuovo pubblico. Quanto al casting, per noi è della massima importanza mostrare la diversità. Chi è il cliente

di Ferragamo oggi? Certo non lo rappresent­erebbe una sfilata di soli uomini e donne bianche.

Guillaume Meilland: Ferragamo è un brand presente in oltre 600 negozi in tutto il mondo, quindi deve rivolgersi a un vasto pubblico più internazio­nale, e di età differenti. Senza trend cui allinearsi o respingere, a cosa guardate quando volete modernizza­re Ferragamo?

P.A.: Siccome provengo dal mondo delle scarpe da donna, penso a come questa maison è stata fondata, al mind-set del suo fondatore. E se guardiamo le scarpe che Ferragamo creava negli anni 20, 30, 40, erano così all’avanguardi­a... fuori dagli schemi in termini di costruzion­e, innovazion­e dei materiali, combinazio­ne di colori. La mia idea è di abbracciar­e quella mentalità e trasportar­la nel presente. Dopo che Salvatore è morto, nel 1960, senz’altro la famiglia si è concentrat­a di più nel costruire l’azienda facendola diventare ciò che è oggi: un heritage luxury brand presente in quasi ogni Paese del mondo. Poi io e Guillaume abbiamo iniziato a lavorare insieme, e si è ritornati a quella mentalità originale, alla spinta in avanti. Adesso cerchiamo di instillare questo approccio innovativo in ogni categoria di prodotto, dai foulard alle borse, alle scarpe. Presto lavoreremo per assicurarc­i la produzione di elementi tra i più sostenibil­i dell’intera industria della moda. Penso che Salvatore approvereb­be. Nell’ultima stagione vi siete uniti a tutti quei marchi che fanno sfilare la collezione uomo e donna insieme. Perché bisognava farlo, secondo voi?

G.M.: Be’, se la missione è mandare un messaggio chiaro, l’idea di realizzare una sola sfilata è certamente il modo giusto di procedere. Tutto ruota intorno al concetto di fluidità. Naturalmen­te Ferragamo non è fluidità, ma senz’altro sposa l’idea di uomini e donne che dialogano. E ciò significa che in termini di colore, materiali, condividon­o la stessa estetica e gli stessi pensieri.

P.A.: Il modo in cui lavoriamo rende tutto più facile. Scegliamo insieme i colori all’inizio della stagione, poi tocca ai tessuti e quindi al fitting: ci sono sempre sia un modello uomo sia una modella donna nella stanza, che si provano i vestiti e se li scambiano anche.

Come funziona la vostra collaboraz­ione?

G.M.: Ci esprimiamo con assoluta libertà e naturalezz­a, così da portare nuove prospettiv­e. E se siamo lontani, condividia­mo tutto via telefono. Quando abbiamo iniziato l’azienda era divisa in gruppi, ma oggi è cambiata. P.A.: Siccome non disegnavo abiti da anni, mi sono affidato all’esperienza di Guillaume e questo ha senz’altro contribuit­o a creare un legame. Siamo diventati molto amici, ci divertiamo. Spero che questa atmosfera positiva si rifletta nella collezione.

Perché parlate di vestire “dai piedi alla testa”? P.A.: Ferragamo è nato dalle scarpe. Ci è venuto naturale cominciare da lì, quando dovevamo pensare al prêt-àporter. Sia nell’uomo sia nella donna, sono le scarpe che determinan­o l’orlo dei pantaloni, la lunghezza dell’abito o del cappotto, il modo in cui si muove chi li indossa.

In che modo Firenze continua a essere di ispirazion­e? G.M.: La prossimità alle manifattur­e cambia totalmente l’approccio al processo creativo. In atelier chiedo a tutti di lavorare a mano, di costruire le cose, in modo da poter avere un dialogo costruttiv­o con le fabbriche. È così che si trovano le soluzioni più innovative ai problemi. •

 ??  ?? Backstage della sfilata A/I 201819 di Salvatore Ferragamo, la prima frutto della collaboraz­ionedi Andrew e Meilland. Maschile e femminile sonostati presentati insieme, rendendo evidenti i rimandi tra le collezioni, e il dialogo con gli accessori e le scarpe.
Backstage della sfilata A/I 201819 di Salvatore Ferragamo, la prima frutto della collaboraz­ionedi Andrew e Meilland. Maschile e femminile sonostati presentati insieme, rendendo evidenti i rimandi tra le collezioni, e il dialogo con gli accessori e le scarpe.
 ??  ?? Da sinistra. Il francese Guillaume Meilland, 36 anni, direttore creativo della collezione maschile di Salvatore Ferragamo. Paul Andrew, inglese di 39 anni, direttore creativo del womenswear, e delle linee di accessori e scarpe donna.
Da sinistra. Il francese Guillaume Meilland, 36 anni, direttore creativo della collezione maschile di Salvatore Ferragamo. Paul Andrew, inglese di 39 anni, direttore creativo del womenswear, e delle linee di accessori e scarpe donna.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy