GREY IS THE NEW PINK
La popolazione mondiale sta invecchiando. Ma gli stereotipi sull’AGING sono cambiati: i capelli bianchi sono persino di moda e le rughe non si nascondono più. Quindi chi è da considerarsi “anziano” oggi? Se lo chiede una mostra. E tanti brand beauty.
Voce del verbo abbracciare. Non in senso fisico, ma figurato. Accogliere, fare proprio, accettare, senza l’accezione negativa della rassegnazione. In inglese si dice embrace e rende perfettamente l’idea del nuovo approccio all’aging che si sta diffondendo. In una società dove l’invecchiamento demografico è in crescita (nel 2050 il 21% della popolazione mondiale, 1 persona su 5, sarà over 60, secondo l’Oms) e l’aspettativa di vita aumenta ogni anno (secondo l’Mpi for Demographic Research), è evidente che l’invecchiamento non riguardi più solo il singolo individuo, ma sia diventato di interesse pubblico, con implicazioni nella sfera sociale, politica, culturale e anche cosmetica.
Il German Ageing Survey ha riportato come negli ultimi decenni la salute fisica degli anziani sia molto migliorata. «L’aspettativa di vita più alta è dovuta non solo ai progressi della medicina e alle migliori condizioni di vita, ma anche alla loro attitudine più positiva e alla minor paura di essere emarginati nella società», ha dichiarato Alice Pawlik, curatrice della mostra “Grey Is the New Pink - Moments of Ageing” al Weltkulturen Museum di Francoforte (fino all’1/9/19) che si interroga sulla sfida di affrontare l’invecchiamento con ottimismo. Per farlo, parte dal capire chi possiamo considerare vecchio in questo momento storico, dove la terza età è ben diversa dagli stereotipi che l’hanno a lungo caratterizzata. Non esiste un concetto globale di “old”, quindi chi, dove e quando è vecchio oggi? Per cercare di rispondere, la mostra racconta diversi modi di affrontare l’invecchiamento, con un’antologia di opere che esplorano tematiche dell’età avanzata come lo stile di vita, l’amore, il sesso, la salute, la malattia e ovviamente anche la bellezza. Fotografie, video, disegni e studi si alternano in un percorso geograficamente trasversale. Ne emerge una nuova percezione sociale dell’invecchiamento. Fino a qualche anno fa l’anzianità aveva un connotato anche estetico negativo nell’opinione pubblica, caratterizzata da senso di perdita e declino. Assistiamo ora invece a un processo inverso: i nuovi “anziani attivi”, come li ha definiti l’Oms, si sono liberati dei preconcetti che li relegavano a pesi per la società e hanno la joie de vivre, sono in forma, si godono la vita, in una rinnovata serenità, data dal riconoscimento di un ruolo in famiglia e in comunità. Così non è un caso, per esempio, che da alcune stagioni, i capelli bianchi siano diventati di tendenza. E se chi li ha già smette di tingerseli, chi non li ha si sottopone a estenuanti processi di decolorazione pur di ottenere il bianco desiderato.
Perseguire un buon invecchiamento per ottenere la miglior aspettativa di vita è il tema analizzato invece da Dan Buettner, studioso e autore di best seller sulle “blue zones”, le aree del mondo più longeve. Tra di esse anche la Sardegna e la cosa non sorprende. L’Italia è infatti il paese più longevo al mondo dopo il Giappone, secondo l’Istat. «Il Danish Twin Study», racconta Buettner al Global Wellness Summit 2018 «ha dimostrato che la
longevità dipende solo per il 20% dai geni e per l’80% dallo stile di vita». Quest’informazione non poteva che avere ripercussioni anche a livello cosmetico. Se l’aging della pelle dipende più dal lifestyle che dagli anni che passano le formule e i concept si devono adeguare. Così il nuovo atteggiamento dei brand non si concentra più strettamente sulla lotta contro i segni dell’età, ma propone visioni più olistiche. Non è un caso che si parla di trattamenti “slow age” e di “chrono beauty” (termine coniato dal brand giapponese Kanebo): cosmesi, cioè, che punta ad aiutare le donne ad avere la miglior pelle possibile a ogni età. Più quindi dei ritmi anagrafici, contano quelli circadiani, mensili e stagionali. «Bisogna sentirsi bene con la propria pelle, per offrirle ciò di cui ha bisogno in ogni fase. È la consapevolezza che ci permette di invecchiare meglio prevenendo e ritardando i segni del tempo. Per troppi anni non è stato consentito mostrarci per quello che siamo, proponendo di adeguarci a ideali irreali», dice Floranna Cassano, training manager Kanebo. Adesso invece qualcosa sta cambiando. E, oltre ai capelli bianchi, prima o poi c’è da scommettere che saranno di tendenza anche le rughe. •