Imageries in bianco e blu, di Mariuccia Casadio
La moda è linguaggio, modo di vestire che MONICA BOLZONI declina in una serie codificata di forme. Ora una monografia le ordina secondo un glossario di parole chiave che diventa vocabolario personale.
Una monografia in forma di glossario è la perfetta quadratura del cerchio. Dedicata a Monica Bolzoni e al suo storico marchio Bianca e Blu, protagonista della scena milanese anni Ottanta e contributo sui generis alla storia locale e internazionale della moda, trascende cronologie e modelli in ordine di apparizione, per privilegiare invece una sequenza alfabetica di parole chiave. Nomi comuni e nomi propri, di persona, di città o di altri brand, sostantivi e aggettivi, definizioni di tecniche, pattern o colori, titoli e sigle di opere, performance, installazioni o progetti espositivi, icone di stile e figure d’artista, art director o copywriter, che l’approccio alla moda di Monica Bolzoni liberano dai vincoli del tempo e dai suoi prodotti. Date di fatti, stagioni o collezioni che passano in secondo piano, per trasformare il libro “Monica Bolzoni - Bianca e Blu” (a cura di Davide Fornari, ed. écal, Losanna-Rizzoli International, in uscita a marzo 2019) in un vocabolario personale. Lo scheletro portante di una visione del vestire che diviene modulare articolazione di forme e motivi, moduli e modelli, referenti e ricordi, esperienze e ispirazioni. Un linguaggio che genera da ciò che “c’era già”, con accezioni femminili e maschili, ricercatamente ambiguo, ovvero anche versatile, aperto a infinite interpretazioni e declinazioni, all’origine di un progetto e di un marchio, Bianca e Blu, con sua omonima indimenticabile boutique-atelier in via De Amicis 53, e informato da un’appassionata e appassionante appropriazione di étant donné.
Archetipi della moda, figure e forme paradigmatiche, che spaziano dal basic al tailoring, e dal vichy al panno Lenci, al pvc, evocando Chanel e Roger Vivier, Poiret e i maestri del costume design hollywoodiano, non senza mettere a frutto le innovazioni di Elio Fiorucci o di Comme des Garçons, per dare vita a un canone contemporaneo, sofisticato e sintetico di eleganza. Un modo di vestire che si declina, da Grace a Brigitte, e da Cinderella a Suzie Wong, in una serie codificata di fogge, realizzate in materiali diversi, ordinate per colore su rack e ripiani, che rimbalzano e si riflettono all’infinito nel “magic box” tappezzato di specchi dell’archivio-boutique-atelier Bianca e Blu. Per lungo tempo una tappa obbligata dello shopping milanese postmoderno. E BBLand (aperto nel 2009), di un modo unico di vestire, uno statement di stile capace di attrarre e conquistare un pubblico femminile vasto ed eterogeneo. Ma anche e soprattutto un osservatorio, un luogo di studio e di ricerca, nel quale la memoria e i codici della moda appaiono liberi di incontrarsi, intrecciarsi, reinventarsi all’insegna di un intrigante democratico pick-and-mix.
«Leggo questo libro», osserva Monica Bolzoni, «come un ponte gettato tra la mia storia di fashion designer e l’attuale processo di culturalizzazione della moda, tra il mio sentire e quello di chi indossa i miei abiti, tra passato e presente. Non puoi fare una cosa nuova se ti riferisci a ciò che esiste già, però puoi formulare un concetto nuovo. Non ho mai fatto oggetti nuovi, mi interessava una diversa modalità, un recupero». Tra scientificità e gioco, creatività e comunicazione, memoria collettiva e interpretazione personale, il modo di vedere di Bolzoni prende forma sul filo di due illuminanti deduzioni. Da un lato, lo statement «le memorie dovrebbero essere trasformate in progetti» di Pierre Bergé e, dall’altro, quello di Paul Klee «io sono il mio stile», che perfettamente ne definiscono lo spirito e il programma. Una ricerca che mette a frutto il passato, ma si nutre dell’energia e vitalità del suo tempo. Tra collaborazioni con Manuela Pavesi o Miuccia Prada. E interazioni, in tempi non sospetti, con il lavoro di artiste come Vanessa Beecroft, Claudia Losi o Letizia Cariello. Incontri di corpo e abito, esteriorità e interiorità in opere a sua perfetta misura. •