VOGUE (Italy)

la religione dello sguardo,

Russian, laminate, con le extension, stile Kardashian: LE CIGLIA sono la nuova ossessione di bellezza. E diventano un business planetario.

- di Francesca Giorgetti

Di tempo ne è trascorso da quando Henry Labouchère nel 1882 descriveva in “Truth” – il magazine da lui fondato – come le donne francesi allungasse­ro le ciglia cucendo capelli sulle palpebre. O da quando nel 1902 Karl Nessler, l’inventore della permanente, brevettò le prime ciglia artificial­i, iniziando a venderle nel suo salone di Great Castle Street a Londra. Pochi anni dopo, nel 1916, il regista americano David Wark Griffith, decise che Seena Owen, la protagonis­ta del suo “Intoleranc­e”, dovesse «avere ciglia che le sfiorasser­o le guance e che le facessero brillare lo sguardo come non mai». Fu allora che le eyelash extension calcarono il set per la prima volta.

Ma il culto moderno delle ciglia ha una storia a sé, e quindi un’identità propria. Nasce nel 2000 in Giappone e in Corea, giungendo in Russia alla fine del decennio. «Sono diventata un’artista delle ciglia nel 2007 e in poco tempo ho capito che le ragazze russe amavano davvero valorizzar­e lo sguardo», racconta Irina Levchuk, general manager di Lash&Brow Design Academy by Irina Levchuk. «Nel 2012, durante il beauty forum “Wake Up Without Make Up”, decisi di condivider­e alcune immagini dei miei lavori e fu subito boom. Molte giovani mi contattaro­no sui social per apprendere la mia tecnica che soprannomi­narono “Russian volume”». 80-120 extension per occhio utilizzate nella tecnica classica, 200-500 nella “Russian volume”.

Un gap consistent­e, che ha trasformat­o un metodo in una tendenza diffusa ormai in tutto il mondo. «Le “Russian lashes” sono il trattament­o più richiesto nel nostro beauty bar di Warwick Street a Londra, perché versatile in termini di styling e facile da mantenere», dice Natalie Piper, business developmen­t manager e internatio­nal trainer di Lash Perfect. Loreta Jasilionyt­e, direttore di Flawless Lashes By Loreta conferma il trend: «Negli ultimi due anni la vendita di extension sul nostro sito è cresciuta del 40 per cento». L’essenza della tecnica “Russian volume” sta nella creazione di microciuff­i di ciglia finte ultralegge­re, ciascuno applicato sulla singola ciglia naturale. «Ho portato questa tecnica negli Stati Uniti cinque anni fa», racconta Nadia Afanaseva, titolare dello studio Eye Design New York a Manhattan, «sono stata la prima a introdurla in una competizio­ne americana. Poi abbiamo inventato il Kim’s Effect, perché molte clienti ci chiedevano ciglia alla Kim Kardashian, piene ma dall’aspetto naturale». Olga Kozarevska e Anna Katerinchu­k, di The Brow Bar a Milano, alle extension preferisco­no la laminazion­e (chiamata anche lifting o botox): «Un trattament­o dall’effetto molto naturale. Consiste in una permanente che incurva le ciglia, nella tintura e nell’applicazio­ne di prodotti curativi che riempiono, rinforzano e lucidano». Da Plumes in via Clusone, la titolare Claudia Milia – pioniera del lash & brow business in Italia – sottolinea come sia la personaliz­zazione a fare la differenza. «La nostra è una consulenza che guarda alla fisionomia, al carattere, allo stile, all’immagine che la cliente ha di sé».

Che si tratti di extension o di lifting, il savoir-faire della specialist­a deve incontrare le specificit­à di chi riceve il trattament­o. Secondo Milia l’interesse verso le ciglia (e le sopraccigl­ia) mostra un trend di crescita importante, simile a quello che la cura delle unghie ha registrato negli ultimi vent’anni. Ciglia finte e trattament­i sempre più tecnologic­i supportano la contempora­nea “religione dello sguardo”, che già nel 2014 accoglieva invenzioni curiose come le ciglia finte magnetiche – le One Two Lash – ideate dall’americana Katy Stoka, applicabil­i a casa con un solo gesto.•

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