Foreword/1 mani libere, di Caroline Issa
Non so se sia grazie a una predisposizione genetica o al condizionamento storico, ma le donne posseggono le stesse capacità di Parvati, la dea indiana dalle molte mani. Lavoro, amici, figli, genitori e partner non sono voci di un menu da cui scegliere, ma un coro di pretese da soddisfare. La cultura alimenta le richieste, ma la natura sfortunatamente non è riuscita a fornire i mezzi per rispondervi. La maggior parte di noi ha un massimo di due braccia con le quali gestire tutto ciò che ci viene buttato addosso, ed era già così prima che trascorressimo le ore di veglia incollate ai nostri smartphone, estensione universale del braccio della donna moderna. In risposta alla testa china della donna digitale, allo schermo illuminato e alle dita in perenne movimento sulla tastiera, gli stilisti stanno ora proponendo soluzioni che restituiscono libertà di movimento alle mani – più impegnate che mai –, così che i nostri momenti Instagram e la dipendenza da TikTok possano persistere liberi, nel bene e nel male. E cosa meglio, allora, delle possibilità offerte dalle nuove borse che lasciano le mani libere e che sono chic ed eleganti quanto le loro controparti più tradizionali?
Karl Lagerfeld con le iconiche catenelle di Chanel ha creato una sorta di sautoir incrociato che termi- na con due borse appoggiate sui fianchi, perfette per la nomade urbana con tanto da trasportare. Con la mini bucket di Nanushka invece sarà forse necessario scegliere le proprie cose con un po’ più di cura. La prima uscita di Riccardo Tisci per Burberry, poi, ha presentato una moltitudine di soluzioni che lasciano le mani libere: dalla massiccia catena d’oro legata in vita per fissare un piccolo astuccio in pelle rigida alla collana di corda da usare per appendere il passaporto al collo.
Ma indossereste mai il telefono alla caviglia? John Galliano di Maison Margiela sta scommettendo sul fatto che potreste far- lo. Le sue tecnoribelli hanno sfilato in passerella con passo deciso e con i telefoni fissati agli arti grazie ad accessori metallici che lasciano le mani completamente libere. Una soluzione altrettanto estrema è stata la borsa-microcintura di Paul Andrew per Ferragamo: più cintura che borsa, ma comunque sempre in grado di contenere una minuscola chiave.
Alcuni stilisti sono arrivati addirittura a soluzioni estreme e hanno eliminato del tutto la borsa. Marine Serre – oggi la mia preferita, la sua P/E 2019 è stata per me una delle migliori – ha incorporato lo “stoccaggio” direttamente negli abiti: ha infatti usato dei gilet da pesca riciclati integrando la borsa negli abiti. Certo, forse in tal modo non arriveremo mai a perdere le nostre cose, ma di contro con ogni probabilità non ricorderemo in quale tasca si trovano! Ma non importa: nel mondo di Parvati, le soluzioni multiscomparto ci permettono di concentrarci su ciò che conta davvero. •
*Nata a Montreal, di stanza a Londra, dal 2002 è chief executive e fashion director di Tank Magazine. Nel 2004 apre l’agenzia creativa Tank Form e nel 2007 il magazine digitale Becauselondon.com di cui è direttore. Dal 2015 firma per Nordstrom una sua collezione di prêt-à-porter.