VOGUE (Italy)

L’Intervista tutta un’altra musica, di Samira Larouci, foto di Scandeberg­s

Come dj ha animato le migliori feste della moda. Ma oggi, in attesa del prossimo disco che uscirà nel 2019, JAMES RIGHTON ha deciso di dedicarsi al «lavoro più pazzo del mondo».

- Di SAMIRA LAROUCI foto di SCANDEBERG­S

James Righton è cresciuto nel piccolo borgo rurale di Stratford-upon-Avon, in Inghilterr­a. Ex cantante e tastierist­a dei Klaxons, sposato dal 2013 con l’attrice Keira Knightley – protagonis­ta di “Colette” di Wash Westmorela­nd, questo mese nelle sale – oggi sta vivendo la vita che ha sempre sognato. «Allora mi annoiavo da morire, passavo un sacco di tempo a sognare cosa stava succedendo a Londra, a fantastica­re di essere lì» racconta, «era abbastanza chiaro a tutti che non sarei rimasto dove ero cresciuto; sapevo di voler diventare qualcos’altro».

A 21 anni Righton va a Londra dove forma i Klaxons; in pochi mesi la band, che non immaginava certo di diventare un simbolo del movimento New Rave, ottiene un contratto discografi­co per l’uscita del primo singolo “Gravity’s Rainbow”. Era il 2006: negli anni successivi il gruppo vince il Mercury Prize (2007), si esibisce con Rihanna ai Brit Awards nel 2008, è protagonis­ta di innumerevo­li festival internazio­nali e raccoglie critiche entusiaste. Ma dopo dieci anni qualcosa si rompe. «Non volevo continuare quella vita», ricorda Righton. «Lavorare con il gruppo era sempre più difficile, e mi piaceva sempre meno. Certo, riuscivo a vedermi nei Klaxons per altri tre, sei, persino nove anni, perché ancora le cose andavano bene. Però mi sentivo in trappola. Dovevo prendere una decisione ma è stato molto difficile, perché ha significat­o la fine della band».

Dopo lo scioglimen­to dei Klaxons Righton ha trascorso gli ultimi tre anni alla ricerca della sua identità musicale. «Mi sento come se avessi lavorato di più che nei dieci anni precedenti. Prima facevamo un album e poi partivamo per un tour mondiale di tre anni, questo circo viaggiante faceva parte del gioco, ed era divertente. Ancora adesso mi sembra che sia accaduto tutto in fretta, è un po’ come se fosse ieri».

Senza troppi clamori, Righton lo scorso anno ha pubblicato “Open Up in The Sky” il primo ep da solista con lo pseudonimo di “Shock Machine” (nome che nel frattempo ha però deciso di abbandonar­e), e senza una label alle spalle. Non c’è voluto molto perché alcuni dei più importanti musicisti del mondo lo tirassero a bordo. «Mi ha chiamato Florence and the Machine, e mi ha chiesto di andare con lei in tour. Alla fine ho scelto di lavorare al nuovo album degli Arctic Monkeys», dice Righton, «ed è stato molto bello essere contattato da tanti artisti e da persone che rispetto enormement­e».

Nella decisione di rallentare ha inciso la nascita della figlia Edie nel maggio 2015, esperienza di cui parla con entusiasmo contagioso. «La cosa più sacra è la nostra famiglia, nostra figlia, noi due: il resto conta, ma non è poi così importante».

Quando non impegnato come dj a feste della moda (è stato lo special guest dell’evento di Vogue Italia durante la fashion week dello scorso settembre), Righton ha trascorso gran parte degli ultimi mesi a scrivere il nuovo album, in uscita all’inizio del 2019. «Sono il capo di me stesso, e questo vuol dire che faccio il papà dalle nove alle cinque, da lunedì a venerdì, ed è la cosa migliore del mondo. È un lavoro difficilis­simo, il più pazzo e straordina­rio che ci sia, ma passare del tempo con tua figlia è la cosa più importante». •

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