VOGUE (Italy)

L’intelligen­za del nero,

Scienza e moda, binomio impossibil­e? Non secondo SILVIA MARCHESAN, che qui spiega come materiali e colori cambierann­o il modo di vestire.

- Di Elisabetta Caprotti

«Intelligen­ti e bellissime». Che cosa? «Le nanostrutt­ure. Lavoro ogni giorno con loro. Un esempio: il mio colore preferito è il Vantablack, il materiale più nero che esista, se ci dipinge una stanza perde l’orientamen­to. Sono i nanotubi di carbonio che lo rendono di una bellezza assoluta». Silvia Marchesan è una degli 11 scienziati emergenti del pianeta; la rivista “Nature” basandosi su complicati algoritmi ha decretato le sue pubblicazi­oni tra le più lette e utili in circolazio­ne. 40 anni, friulana di Codroipo, studi internazio­nali, dirige il SuperStruc­tures Lab all’Università di Trieste grazie a un finanziame­nto statale arrivato proprio quando meditava di mollare tutto. Gli idrogel a cui sta lavorando, e che l’hanno fatta conoscere al mondo, hanno il potenziale di riparare i tessuti umani e sono biodegrada­bili. Tra le sue nanostrutt­ure d’elezione c’è il grafene, primo materiale bidimensio­nale esistente: «La moda lo dovrebbe tenere d’occhio. Volleback, start-up londinese che applica la scienza all’abbigliame­nto, ha realizzato una giacca che protegge il corpo da pioggia e vento mentre Inov-8 di Manchester ha creato una sneaker la cui suola, rinforzata con grafene, permette di correre più a lungo senza fatica». Stessa cosa, secondo Marchesan, vale anche per i colori. «Il YInMn Blue, formato da ittrio, ossido di indio e manganese scaldati a 1200 gradi, ha un’altissima capacità riflettent­e, il che significa che sotto un sole cocente, vestiti di questo blu, potremmo stare “freschi”». La liaison con la moda e i colori, del resto, risale a quando era bambina e sua madre, sarta, lasciava in giro libri e cartamodel­li: «I tessuti mi sembravano incredibil­i e così mi mettevo a disegnare gli abiti che avrei voluto indossare». Ma perché ha fatto la scienziata? «Mi piaceva ci fosse una soluzione ai problemi». •

 ??  ?? Anish Kapoor, Descent into Limbo, 1992, Museo Serralves, Porto. L’opera è realizzata con Vantablack, il colore più scuro del mondo, di cui l’artista detiene l’uso esclusivo nell’arte.
Anish Kapoor, Descent into Limbo, 1992, Museo Serralves, Porto. L’opera è realizzata con Vantablack, il colore più scuro del mondo, di cui l’artista detiene l’uso esclusivo nell’arte.

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