Front il giorno in cui,
La moda si nutre sempre più spesso di collaborazioni: che incrociano stili e si estendono ad arte, design, musica. Ma come, quando e perché nasce una partnership creativa? Lo raccontano qui tredici protagonisti.
Senza collaborazioni, la moda non esisterebbe. Moda, nel profondo, significa fare appello alle emozioni, individuare il fulcro di un’idea vaga o di uno schizzo e trasformarlo in qualcosa in grado di catalizzare le relazioni umane. Non è una sala contrattazioni della borsa, o una catena di montaggio: si basa sulle idee, e le idee molto spesso sono migliori quando ci sono delle sinergie in atto.
Nel gergo contemporaneo, collaborazione significa che un marchio X avvia una partnership con l’azienda Y o la persona Z per creare linee di prodotti in edizione limitata. Ripensiamo ai casi più eclatanti: Marc Jacobs che sceglie Takashi Murakami per le ormai leggendarie borse di Louis Vuitton con i fiori o le ciliegie. Oppure H&M e Karl Lagerfeld, una delle prime coniugazioni fra brand “high-low”.
Ma il concetto di collaborazione funziona anche da altri punti di vista. Si pensi alle coppie di stilisti: Jack McCollough e Lazaro Hernandez di Proenza Schouler; Kate e Laura Mulleavy di Rodarte; Domenico Dolce e Stefano Gabbana. O alla forse persino più lunga lista di fashion designer affiancati dai loro “partner di fatto”, stylist e/o fotografi: Nicolas Ghesquière e Marie-Amélie Sauvé; Raf Simons e Willy Vanderperre; Palace Skateboards e Alasdair McLellan. O ancora, alle coppie di fotografi: Inez e Vinoodh, Mert e Marcus. Ma nella moda il gioco si estende anche ad altre professioni: le fashion editor Marni Senofonte e Arianne Phillips rispettivamente con Beyoncé e Madonna, ad esempio. D’altronde, le modelle sono muse, i redattori delle riviste sono promotori, e così via.
Oggi queste partnership sono in crescita esponenziale e generano un continuo flusso creativo tra il mondo della moda e quello dell’arte, del design, della musica. Ecco per esempio l’esperienza di Gucci, il cui gusto per l’arte si è imbattuto nella visione del graffitista MP5; la linea rigorosa di Prada tracciata in una capsule realizzata con sei architetti. E poi il connubio tra Victoria Beckham e Reebok, sul filo della loro essenziale geometria creativa, e la tecnologia di Moncler che ha incontrato il romanticismo di Simone Rocha e di altri creativi nel progetto Genius. O ancora, il dna made in Usa espresso al quadrato di Disney e Coach, il graffio futuristico e irriverente di Undercover scelto da Valentino...
Cooperazioni e amicizie, dunque (anche se le pressioni del business possono a volte metterle a dura prova): questo servizio va alla radice della parola collaborazione, vuole catturarne lo spirito e i legami che la caratterizzano attraverso uno shooting e i racconti di alcuni protagonisti, tredici figure di riferimento dell’industria della moda che in queste pagine condividono il ricordo della loro “prima volta” con il partner d’elezione. •