Società sogneremo abiti elettrici,
Le nuove TECNOLOGIE si stanno affermando in campi un tempo solo umani: dall’arte alla moda. Se ne parla (anche) in una collettiva al Barbican.
Come l’intelligenza artificiale cambierà le nostre vite, anche in settori – primo fra tutti la creatività – in cui l’essere umano non avrebbe mai pensato di essere tallonato dalle macchine. Tema che il Barbican Centre di Londra ha deciso di indagare in questo 2019 inaugurando la stagione artistica “Life Rewired”, una serie di appuntamenti che culminano nella mostra “AI: More than Human” (16 maggio-26 agosto). L’esposizione (tra i partner tecnologici: Ibm e Google Arts & Culture) mette a confronto i massimi esponenti della digitalizzazione dell’arte, analizzando il frutto dei decenni di sperimentazioni e il potenziale ancora inespresso della collisione tra scienza e creatività. In prima linea i lavori del tedesco Mario Klingemann, celebre per palleggiare la creatività con sillogismi virtuali e rimbalzi di algoritmi, mentre i Massive Attack presentano una versione “bomboletta spray” del loro storico album “Mezzanine”: le canzoni diventano stringhe di Dna sintetico. Fino alle installazioni di Es Devlin, autore dell’avveniristica catwalk di Louis Vuitton a Rio per la cruise 2017. Del resto l’intelligenza artificiale, che promette di essere disruptive in ogni settore, è già entrata nel mondo della moda da tempo – si va dagli assistenti virtuali alle applicazioni prossime della tecnologia blockchain per la tracciabilità. Tra gli esperimenti più innovativi c’è 8 by Yoox, brand costola del web retailer, ideato completamente da un algoritmo che setaccia i social network intercettando i gusti degli utenti e trasformandoli in abiti e accessori. Mentre non si contano più le app, da ShopStyle a Stitch Fix, che semplificano il processo d’acquisto con personal shopper virtuali o aggiornamenti in diretta sulle disponibilità di un certo capo. •