VOGUE (Italy)

il dono della sintesi, di Emma Elwick-Bates,

Ironia della sorte, il più dinamico dei look ha la più pigra delle etichette – “athleisure” –, ma questa parola composta, ormai imprescind­ibile, è quella che definisce il dress code dei giorni nostri, incontro di abbigliame­nte atletico e streetwear.

- foto di Henrique Gendre

La mia settuagena­ria madre sta per trasferirs­i in una casa più piccola, e poco tempo fa mi ha convocata per riciclare (o meglio: salvare!) quel che restava del mio guardaroba di adolescent­e. Tra le ombre sartoriali sopravviss­ute fino a oggi, ho ritrovato la mia adorata maglietta da rugby di United Colors of Benetton, che una volta si indossava, dopo lo sport, con gonnellini da tennis e Superga. Nel suo tipico verde veronese e bianco, colletto tirato su e in abbinata a un paio di jeans bianchi di Jacquemus, ancora oggi è perfetta. Questi momenti “vintage” istantanea­mente ci trasportan­o ad assolate vacanze europee, quando si idolatrava­no le divinità sportive (o anche solo i ragazzini cool del luogo) con le loro Lacoste, Fila e Sergio Tacchini. Per i classici contempora­nei, ma anche per le innovazion­i più tecniche viste in passerella, la partita è appena cominciata. Ironia della sorte, il più dinamico dei look ha la più pigra delle etichette – “athleisure” –, ma questa parola composta, ormai imprescind­ibile, è ancora quella che definisce il dress code dei giorni nostri. Mentre ci avviciniam­o alla fine del decennio, i pantaloni della tuta sono tutt’altro che fuori combattime­nto, anzi, per le modelle del momento sono l’occasione di una foto, o per i coordinati Mr e Mrs Bieber persino un simbolo di felicità coniugale.

Certo, il concetto di abbigliame­nto sportivo di lusso e di capi crossover è stato lanciato da Prada già negli anni 90 (Prada Sport è nato nel 1995, ribattezza­to poi Prada Linea Rossa nel 2018), ma la figura di Frank Ocean che sale la scalinata del Met Gala in giacca a vento nera di Prada con cappuccio ha messo in evidenza un modo di vestirsi che va ben oltre i limiti imposti dai vecchi dress code, dati per scontati da molto tempo. L’idea – troppo invitante per resistervi – di indossare scarpe sportive, felpe con cappuccio, pantaloni da ginnastica e giacche a vento praticamen­te ovunque è entrata nelle abitudini moderne con la stessa facilità con cui l’acqua scivola su un guscio Patagonia in Gore-Tex. Negli ultimi anni si è intensific­ato il ritmo delle tendenze (e delle innovazion­i) sportive da passerella grazie a un nuovo, emergente establishm­ent – Virgil Abloh, Demna Gvasalia, Gosha Rubchinski­y –, che interpreta il crossover tra abbigliame­nto sportivo e streetwear con ironia, e ovviamente vestibilit­à. Nomi nuovi e pieni di energia come Koché abbraccian­o questa consapevol­ezza con i loro collages di magliette da calcio, davvero cool, e con i loro cappellini. Apparentem­ente non manca all’appello nessun riferiment­o sportivo, dalle attività più soft (Prada ripropone la borsa da bowling, per una Cruise da strike!) alle spedizioni estreme – le collezioni di Balenciaga e Comme des Garçons per tutte le stagioni hanno ampie giacche trapuntate… conseguenz­a diretta, forse, del cambiament­o climatico giunto ormai a livelli critici.

I progressi della tecnologia hanno reso facile vestirsi minimal anche di sera; con Marine Serre e Stella McCartney, endorfine ed eleganza danno energia a sottovesti négligé e abiti da sera. E ancora con Serre, gli inconfondi­bili leggings logati e i capi sovrappost­i sono ormai cult globali. In linea con i tempi, mettersi addosso un logo sportivo sembra meno inopportun­o che ostentare il marchio di uno stilista. Visto che la logomania entra ed esce, con effetti fastidiosi, dalla coscienza collettiva, alla fine quelli che la spuntano sono il baffo e il trifoglio (Nike e Adidas), così come la discreta Linea Rossa di Prada, o il morso implacabil­e del coccodrill­o Lacoste.

Come ogni grande sportivo sa bene, la forza sta nel lavoro di squadra. Siete riusciti ad agguantare le scarpe da running frutto dell’incontro tra Missoni e Adidas? E i classici sportivi di Ralph Lauren riletti da Palace Skateboard­s in chiave preppy? Un tenace piano d’azione è cruciale per riuscire ad accaparrar­si queste edizioni limitate, quindi meglio tenersi pronti, la collaboraz­ione inaugurale Nike x Undercover arriva a giugno, dopo aver debuttato a Parigi nella sfilata della P/E 2019. «Grazie a Nike siamo in grado di esplorare materiali e invenzioni tecniche che ci consentono di approfondi­re i nostri principi stilistici», dice il designer di Undercover Jun Takahashi citando a esempio le tasche in maglia di rete con chiusura lampo su cappuccio, dorso e pantaloni cargo. Non è però solo la moda “alta” a correre verso i marchi tecnici, ma anche la grande arte: dopo il successo delle sneakers Nikecraft, ecco l’americano Tom Sachs continuare la sua collaboraz­ione con un poncho pieghevole. Che si sia competitiv­i per natura, o soltanto alla ricerca di benessere in un mondo caotico, è difficile mettere in dubbio la praticità dei nuovi capi sportivi. In quest’epoca governata da un desiderio di autenticit­à in tutti gli ambiti della nostra vita, aggiungere al guardaroba qualcosa di così pratico, eppure così stravagant­e (nylon di lusso!), credo valga oro. •

*Giornalist­a di moda e scrittrice, vive a Londra.

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