A Vogue’s Tale
STORIA:
Secondo qualche foto di famiglia sfocata e una serie di ricordi ancor più sfocati, io assomigliavo alla madre che non ho mai conosciuto. Di lei avevo solo qualche vaga reminiscenza, basata su aneddoti che a furia di essere ripetuti mi si erano radicati nella memoria. Così mi “ricordo” di mia madre che, quando avevo undici anni, se la prende con un bulletto sui gradini del convento – la storia preferita di mia zia. Tra i ricordi, però, ce n’è uno che è tutto mio, una visione imprecisa della mamma che mi accarezza la testa e poi, inesplicabilmente, mi pizzica un orecchio stringendolo forte e torcendolo finché non lo sento bruciare. Nei miei ventisette anni di vita non ne ho mai parlato, tanto era incongruo rispetto ai racconti che avevo sentito su mia mamma, ma mentre si avvicinava il giorno del mio matrimonio, il ricordo diventò un peso di cui non riuscivo a liberarmi. Nel mio cuore c’era uno spazio che non riuscivo a dedicare interamente a lei, la donna che era stata mia madre. Se mio padre non fosse annegato nello stesso incidente che l’aveva portata via, saremmo stati solo noi due, forse, a sapere che lei in segreto era stata crudele.
Sono questi sospetti la ragione per cui mi trovo qui, in una sala d’aspetto, sperando che mi si presenti l’occasione di parlare con il fantasma di mia madre. Il medium, a quanto sostiene, si serve della scienza per interloquire con i morti. Il suo studio è sobrio ed elegante, come quello di un chirurgo plastico. Mentre mi estrae il sangue, mi spiega la sua teoria. «Il corpo ricorda. Se esamino il tuo Dna, i tuoi geni, riesco a capire se tua nonna è vissuta in ricchezza o in povertà. Portiamo i nostri fantasmi dentro di noi».
Ho tre anni e un vestito giallo a pois bianchi. Una donna che sembra esattamente me da grande mi tiene in grembo. È mia madre e ciò che provo per lei è semplice e intenso: pura gioia. Lei è il mio sole, la mia luna. Un uomo si avvicina e mia madre mi stringe forte a sé. L’uomo ha in mano un ago, lungo e minaccioso. Il suo volto è gentile. L’ago è un utensile. L’uomo scherza, dicendo che la mamma ha già cominciato a piangere per tutte e due e io giro la testa a guardarla. Non sapevo ancora che le mamme potessero piangere. Poi lei abbassa gli occhi su di me, ancora in lacrime, ma ridendo della mia aria ovviamente sconvolta, e in quel momento sono per lei il suo sole e la sua luna. Quel suo viso non lo rivedrò più. ________________________________________________
TEMA: Il Dna
ISSUE: Luglio 2019
CONCEPT: 21,5% Italian, 100% Vogue Italia PHOTOGRAPHER: Alasdair McLellan MODEL: Gigi Hadid @ Img Models STYLING: Olivier Rizzo Cappotto di lana LOUISVUITTON.
Sul viso il fondotinta liquido Superstay 24 H, nude, MAYBELLINE. HAIR: Anthony Turner @ Streeters MAKE-UP: Lynsey Alexander @ Streeters MANICURE: Lorraine Griffin
CONCEPT: Il Dna di Vogue Italia PHOTOGRAPHER: Theo Sion MODEL: Imaan Hammam @ Dna Models STYLING: Max Pearmain Abito di seta con stampa floreale e bavero a contrasto e cintura LOUISVUITTON. Per i capelli Styling By Be You FRAMESI.
HAIR: Luke Hersheson @ Art and Commerce
MAKE-UP: Hiromi Ueda @ Art and Commerce
CONCEPT: Il primo test del Dna realizzato sul set di Vogue Italia PHOTOGRAPHER: Harley Weir
MODEL: Karen Elson @ Img Models
STYLING: Katie Grand Gilet kimono con stampa floreale LOUISVUITTON.
Sulla pelle, le note agrumate di Afternoon Swim, eau de cologne LOUISVUITTON. HAIR: Cyndia Harvey @ Streeters using Wella Professional MAKE-UP: Thomas de Kluyver @ Art Partner
MANICURE: Sylvie Macmillan using Mavala “Mava-White”