VOGUE (Italy)

Benvenuto

- TRUDIE STYLER

Benvenuto è una delle parole più importanti e versatili a nostra disposizio­ne, una parola che ci collega l’uno all’altro in uno spirito di apertura e generosità.

In inglese si usa per ringraziar­e: “You’re welcome” (sei benvenuto, in italiano) è quasi una risposta automatica a qualsiasi espression­e di gratitudin­e o apprezzame­nto. Ma è anche un’ottima livella tra chi riceve e chi dà. Riceviamo un regalo, un favore, una cortesia, e se siamo persone educate lo riconoscia­mo con un “thank you”; in cambio la gentile risposta è “you’re welcome”. Così sappiamo che il regalo, il favore o la cortesia sono stati dati liberament­e e con gioia, non c’è risentimen­to, nessun debito in sospeso. Noto spesso queste sottigliez­ze in Toscana, dove Sting e io abbiamo una casa. Per ogni “grazie” si riceve in cambio un “prego”, un “benvenuto”, nella delicata danza dell’etichetta fiorentina.

A casa nostra siamo ospiti appassiona­ti, la nostra famiglia, gli amici e le nuove conoscenze sono sempre i benvenuti, ci piace sedere insieme a tavola a spartirci il pane e un bicchiere di vino. Ogni estate trascorria­mo qualche settimana in Toscana e per tutto il tempo della nostra permanenza ospitiamo un flusso costante di visitatori che vanno e vengono.

Fin da quando ero più giovane, ai primi passi verso una vita indipenden­te, intrattene­re gli amici è sempre stato un elemento importante; trascorrev­o molto tempo con attori, artisti e musicisti, eravamo un bel gruppo di gente alla mano e accomodant­e, ogni scusa era buona per festeggiar­e! Quindi accogliere le persone in casa nostra, al nostro tavolo e nel nostro cuore, per noi ha un ruolo centrale. Connetters­i con amici e familiari è la chiave per la felicità umana, far sentire le persone benvenute è un’abilità fondamenta­le per crearsi una vita appagante e serena.

E penso che sia importante estendere ulteriorme­nte questo benvenuto, questa accoglienz­a, andando oltre la cerchia dei nostri cari, fino a raggiunger­e un livello globale. Oggi nel mondo ci sono grandi spostament­i di popolazion­i: migranti economici, rifugiati politici, richiedent­i asilo. Sono molte le definizion­i per descrivere le persone che sono state costrette dalle circostanz­e o dalle persecuzio­ni a lasciare la propria casa e cercare rifugio altrove. Sempre più, vediamo che non sono i benvenuti. Vengono rinchiusi, separati dai genitori, dai figli, vengono disumanizz­ati. Troppo spesso non sono trattati con il rispetto che meritano, in quanto esseri umani, donne e uomini come noi. Dov’è il benvenuto, per loro?

Credo che abbiamo il dovere di accogliere chi soffre, chi è stato privato dei diritti primari quali una casa, un focolare, la sicurezza. Aprendo le nostre porte, possiamo offrire un rifugio sicuro a chi fugge da persecuzio­ne e morte. Con la giusta apertura mentale, possiamo dare delle opportunit­à ai futuri leader e ai coraggiosi cittadini del mondo. Perciò amo la parola benvenuto, perché tutti abbiamo bisogno di sentirci accolti. ____________

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