VOGUE (Italy)

Che Suono Ha Il Pensiero

Christine Sun Kim, sorda dalla nascita, usa note, linee, simboli, per esprimere la sua “deaf rage” contro la discrimina­zione.

- Di SOFIA MATTIOLI

ABC. Sono le lettere che l’artista Christine Sun Kim ha impresso sul suo braccio. «È l’acronimo di “always be cool”, mi ha ispirato un deaf vlogger, ho visto il tatuaggio in un video e ho voluto riprodurlo», spiega. Segno e linguaggio. Non è un caso: per Christine Sun Kim, sorda dalla nascita, i due elementi sono intimament­e correlati nella genesi della sua pratica artistica. Nata nel 1980 in California, vissuta a New York e ora di stanza a Berlino, ha iniziato a pensare al suo primo progetto negli anni del college, «successiva­mente ho elaborato motivi narrativi, simboli musicali, linee». È così che una lingua viva, intreccio di codici, disegni, tracce di Asl (American Sign Language), slang e rebus ha iniziato a prendere forma. Prima nel 2013, attraverso l’opera che ha fatto parte della mostra intitolata Soundings, che il MoMA ha dedicato al suono, poi nel 2015 con una performanc­e e dichiarazi­one d’intenti artistici, ovvero un Ted talk da un 1,7 milioni di visualizza­zioni. «All’inizio immaginavo come rappresent­are il suono attraverso il segno grafico ma poi ho capito che non era la giusta domanda da porsi e i quesiti sono diventati più complessi. Spesso mi ispiro a conversazi­oni con persone che non conoscono la lingua dei segni». Christine Sun Kim – tra i 75 artisti che a New York fino al 22/9 partecipan­o alla 79ª Whitney Biennial – oggi prende in prestito gli angoli matematici e le percentual­i che affollano in forma di meme i social per condensare la sua “deaf rage” di fronte a situazioni di discrimina­zione, o sempliceme­nte noiose, con un’ironia corrosiva. «Lo humor è uno strumento efficace per veicolare idee complesse», dice. Con la stessa incisività, crea grafiche che occupano gli spazi lasciati vuoti da manifesti pubblicita­ri ed esterni di musei (il Whitney Museum, tra gli altri, nel 2018). Uno degli statement che predilige è “Words shape reality”, perché? «Ho pensato alla politica, è assurdo vedere il presidente del mio paese, gli Stati Uniti, dire cose tanto nocive in così poche parole, e osservare come le persone le prendano a cuore. Al contrario di quanto accade ad altri, che devono parlare tanto, e a lungo, prima che quello che dicono diventi realtà». ___________________

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 ??  ?? “English vs Deaf English”, White Space Beijing e Yang Hao, 2018. Sun Kim è tra i 75 partecipan­ti alla 79ª edizione della Whitney Biennial di New York.
“English vs Deaf English”, White Space Beijing e Yang Hao, 2018. Sun Kim è tra i 75 partecipan­ti alla 79ª edizione della Whitney Biennial di New York.
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 ??  ?? SOPRA. “Dark Theme Music”, Ghebaly Gallery e Kell Yang-Sammataro, 2018.
SOTTO. Un ritratto dell’artista americana Christine Sun Kim.
SOPRA. “Dark Theme Music”, Ghebaly Gallery e Kell Yang-Sammataro, 2018. SOTTO. Un ritratto dell’artista americana Christine Sun Kim.

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