VOGUE (Italy)

Ognuna A Proprio Agio

Capire cosa piace davvero alle donne. Aiutarle a difendere l’ambiente, e soprattutt­o sentirsi bene con se stesse: sempre. Ecco il futuro del mercato beauty secondo il Ceo di Kiko Cosmetics.

- di SUSANNA MACCHIA

Non esce di casa senza mascara. Lei, come la maggior parte delle donne nel mondo. Solo che la lei in questione, di mascara ne ha a disposizio­ne almeno 35 tipi diversi, senza contare i colori. Cristina Scocchia, infatti, è il Ceo di Kiko Cosmetics e per lei il make-up è una passione, ma anche – soprattutt­o – un lavoro. Gestisce 7.700 dipendenti, 920 negozi monomarca e un cana

le di e-commerce attivo in 30 paesi. Precedente­mente aveva rivestito lo stesso ruolo per una grande multinazio­nale, sempre del mondo beauty. La incontriam­o nei suoi uffici nel cuore di Milano. Ha occhi sorridenti e toni pacati, ma si intuisce dall’energia della sua stretta di mano che ha la verve di chi è abituata a prendere decisioni.

Viene subito da chiederle se, secondo lei, l’industria cosmetica sia un mondo dove ormai le donne riescono a raggiunger­e posizioni di prestigio al pari degli uomini.

Ottenere dei ruoli di responsabi­lità è difficile per tutti. Servono passione, determinaz­ione, impegno e tanta resilienza. Se è vero, però, che il talento è equamente distribuit­o la possibilit­à di dimostrarl­o non lo è altrettant­o. Questo non deve portare ad autoesclud­erci: se hai un sogno ci devi provare, ti devi mettere in gioco, devi dare il massimo senza mai scendere a compromess­i. Cosa potrebbe far cambiare la situazione? Tre strategie: una migliore distribuzi­one delle responsabi­lità all’interno della famiglia, più welfare e delle politiche aziendali che consentano il bilanciame­nto tra carriera e famiglia. Politiche, però, che dovrebbero riguardare sia gli uomini che le donne. Altrimenti rafforziam­o il messaggio che spetti solo a noi occuparci della famiglia. Parliamo di ambiente. Con la linea Green Me avete manifestat­o sensibilit­à verso le tematiche ecologiche. Avete in programma di espanderlo a tutto il mondo Kiko?

Teniamo molto al rispetto all’ambiente. E stiamo lavorando su diversi fronti: ridurre la produzione di pack in plastica sostituend­ola con la bioplastic­a realizzata da riso e mais destinati al macero. Stiamo cercando di utilizzare sempre di più vernici ad acqua, decisament­e meno inquinanti. Infine stiamo lavorando sui pack secondari per trovare soluzioni più ecososteni­bili da smaltire nella filiera dei compostabi­li. Nel nostro piccolo, vogliamo essere all’avanguardi­a.

“Piccolo”, non direi: 595 milioni di euro di fatturato netto nel 2018.

L’obiettivo è diventare un brand sempre più globale, continuand­o a investire in tutto l’Oriente, Middle e Far East, e nell’e-commerce.

Kiko è un brand principalm­ente di make-up: quanto è cambiato il suo rapporto con il trucco?

Molto. Perché il mio ruolo impone che mi debba chiedere non solo cosa piace a me, ma cosa piace a tutte le donne, e ovunque nel mondo. Personalme­nte adoro un make-up naturale: il classico “c’è ma non si vede”.

È quindi molto aggiornata sulle tendenze: anticipazi­oni?

I trend in evoluzione sono due. Del primo, ne abbiamo già parlato, è la sostenibil­ità, l’organico, il naturale, il clean. Il secondo, la self-expression: liberare la propria creatività senza limiti di genere, età, colore. Ecco perché offriamo un assortimen­to il più ampio possibile: per essere inclusivi. Ognuno, entrando nei nostri store, deve sentirsi a proprio agio.

Bestseller?

Rossetti e mascara. Come colori: mattone e mauve per le labbra. Metallici per gli occhi.

Kiko è una case history: in poco più di 20 anni è passata da uno store a 920. Qual è la sua forza?

L’italianità, un elevato livello di qualità e il prezzo accessibil­e. Il primo, forse, è il più speciale: abbiamo un concetto di bellezza intrinseca­mente italiano che è un fattore differenzi­ante e anche un vantaggio competitiv­o.

E come riuscite a mantenere prezzi così democratic­i nonostante la qualità? Risparmian­do sul marketing. Parliamo di investimen­ti fino a 10 volte inferiori rispetto ad altri. A cosa serve davvero il make-up?

Si pensa sia tutta superficia­lità e nessun contenuto, ma non è così. È un’iniezione di self-confidence che aiuta sempre. Anche in momenti drammatici della vita. Per questo collaboria­mo da anni con La forza e il sorriso offrendo la nostra consulenza nei laboratori gratuiti per le donne in chemiotera­pia.

Ultima domanda: prodotto preferito?

Matita occhi e, ovviamente, mascara. __________

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Pagina accanto. Un ritratto di Cristina Scocchia. Giacca di lana e seta con drappeggio laterale ALEXANDER MCQUEEN.

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